Sono ben 4 i filoni di contenzioso contro la Buona Scuola varata dal Governo Renzi. La legge 107 del 2015 nelle intenzioni del Premier avrebbe dovuto produrre la stabilizzazione di tanti docenti precari e, al contempo, migliorare la qualità dell’offerta didattica. E, invece, la riforma si sta rivelando un boomerang, almeno a giudicare i ricorsi presentati dagli insegnanti e dai sindacati. Ad oggi, non è servita neppure ad eliminare i contenziosi precedenti.

Docenti e sindacati ricorrono contro le assunzioni della Buona scuola del Governo Renzi

Il primo ricorso, ne parla il quotidiano Italia Oggi, riguarda il piano straordinario delle assunzioni suddiviso per fasi che ha prodotto, comunque, scontento tra i tanti insegnanti che, seppur con maggior punteggio di altri stabilizzati vicino casa, hanno dovuto fare le valigie e trasferirsi lontano centinaia o migliaia di chilometri.

Il tutto perché le assegnazioni sono state affidate ad un cervellone informatizzato che ha proceduto in maniera algoritmica alle nomine, senza tener conto delle diverse situazioni di partenza e delle incongruenze che avrebbe prodotto.

Contenzioso scuola contro la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento e di merito

Il secondo ricorso, invece, riguarderà la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento o dei precedenti concorsi dei precariche hanno rifiutato, per diverse ragioni, ma soprattutto per l’incertezza territoriale e di professionalità dell’assegnazione, di presentare la domanda per concorrere al piano delle assunzioni di Renzi. La domanda andava presentata, perentoriamente, entro lo scorso 14 agosto.

Ricorso dei vincitori di concorso scuola 2012 e degli Ata sul bonus 500 euro formazione

Proprio i vincitori dell’ultimo concorso nella scuola, quello del 2012, ricorrono per l’assegnazione della cattedra in una regione diversa da quella per la quale si erano candidati. E, infine, il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario ricorrerà per non aver ricevuto il bonus della formazione dei 500 euro, assegnato ai soli docenti di ruolo, nonostante anche agli Ata competa l’obbligo, previsto proprio dalla legge 107 del 2015, di formarsi.