I presidi potranno coprire i posti rimasti vuoti al termine della fase C con supplenze brevi o saltuarie oppure con incarichi fino a nomina dell’avente diritto? La risposta è no, così come stato precisato dai direttori regionali del Lazio, della Toscana, della Campania, dell’Umbria e della Basilicata attraverso l'emissione di cinque note distinte.

Le note di riferimento sono rispettivamente la N. 31061 del 27 novembre, la N. 16583 del 30 novembre, la N. 13492 del 1° dicembre, la N. 16822 del 2 dicembre e, infine, la N. 3940 del 4 dicembre scorso.

Posti fase C non assegnati: solo supplenze annuali, non brevi o saltuarie

E' il quotidiano 'Italia Oggi' a specificare che i posti di potenziamento che dovranno essere riassegnati sono circa ventimila: 7.783 sono i posti che non sono stati assegnati durante la fase C. Oltre a questi, va aggiunta la percentuale di tutti quei docenti (il 30 per cento circa del totale di 47.475 posti) che prenderanno servizio a partire dal prossimo anno, perchè già impegnati con una supplenza.

Tra l'altro, la legge 107/2015 non impedisce la nomina di supplenze annuali a copertura dei posti rimasti scoperti ed a questo proposito i 5 direttori regionali sono unanimemente d'accordo sul fatto che gli uffici debbano provvedere a coprire tali cattedre con supplenze fino al 30 giugno: addirittura i responsabili delle regioni Lazio, Toscana e Umbria hanno parlato di proroga delle supplenze fino al 31 agosto.

Per quanto riguarda la nomina delle supplenze annuali, queste risultano ancora di competenza degli uffici scolastici regionali (attraverso le scuole polo). Il principio vale per quei posti dell'organico di potenziamento che sono rimasti liberi, nel caso in cui i docenti abbiano scelto il differimento della presa di servizio, al termine dell'incarico di supplenza che stanno svolgendo durante questo anno scolastico. Allo stesso modo, però, vale per quei posti di supplenza lasciati liberi dai docenti che abbiano accettato il ruolo, prendendo servizio immediatamente presso la sede assegnata.