"Cambiare questa legge dev'essere tra le priorità del Paese per ritrovare la necessaria coesione sociale tra giovani e anziani": sono queste le parole dell'esponente Cisl Annamaria Furlan in merito alla riforma Fornero avvenuta ormai nel lontano 2011. Una dichiarazione che rappresenta bene lo stato di stallo che sta vivendo chi si trova agli estremi del blocco verificatosi nel naturale turn over tra lavoratori e pensionati. Da un lato vi sono i giovani, che non riescono ad accedere al primo impiego a causa del mancato avvicendamento con i lavoratori in età avanzata.

Dall'altro lato vi sono quest'ultimi, che si vedono sistematicamente sbarrare le porte dell'agognata pensionea causa delrepentino innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi. Mentre al danno si aggiunge la beffa del ricalcolo dovuto alle aspettative di vita, che sposta progressivamente in avanti l'asticella del pensionamento anche per coloro a cuiquesta possibilità sembrava giunta a portata di mano.

Riforma pensioni, serve maggiore flessibilità: ecco le proposte in essere

Stante la situazione, bisogna purtroppo rilevare come ogni tentativo strutturale di arrivare ad una soluzione sia finora stato bloccato con la motivazione del rigore dei conti. Eppure secondo la Cisl "non è possibile stare su una impalcatura, su una gru ma anche in altri ambiti lavorativi come ospedali o scuole fino a 66 o 67 anni.

Bisogna distinguere tra i lavori". A questo proposito non sono mancate nel corso degli ultimi mesi le proposte utili a garantire il riavvio delle assunzioni e dei pensionamenti in favore di coloro che vivono una situazione di disagio o difficoltà. Ricordiamo che presso la Commissione lavoro della Camera sono state depositate due proposte che sembrano aver raccolto contemporaneamente il giudizio positivo sia delle parti sociali che degli stessi lavoratori.

Si tratta dell'opzione di unapensione anticipata con la quota 97, che prevede di garantire la quiescenza a partire dai sessantadue anni di età e trentacinque di versamenti, pur accettando una penalizzazione che va dal 2% al 3% massimo per ogni anno mancante rispetto agli attuali requisiti. Mentre anche i lavoratori precoci si sono detti pronti ad accettare l'idea di un pensionamento con 41 anni di contribuzione, senza altri vincoli anagrafici o penalizzazioni.

Le proposte sono state già inviate all'attenzione del Governo, ma a questo punto quello che bisognerà verificare è se ci sarà l'effettiva volontà politica di portarle a compimento, seppure l'esecutivo abbia aperta la possibilità di flessibilizzare l'ingressonell'Inpscon un provvedimento definitivo nei prossimi mesi. Da parte nostra, continueremo a mantenere i fari accesi sulla situazione. Come d'abitudine, vi ricordiamo la possibilità di aggiungere un nuovo commento in merito al nostro punto della situazione di oggi sulla previdenza. Se invece desiderate restare aggiornati sui prossimi articoli riguardanti lavoro e pensioni potete utilizzare il comodo tasto "segui" che trovate in alto, vicino al titolo.