Si chiude oggi, 19 gennaio 2016, la questione relativa ai mancati pagamenti delle supplenze brevi nella Scuola che interessa circa 132 mila insegnanti che hanno prestato servizio nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre. Lo ha reso noto una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicata sul sito NoiPa lo scorso 14 gennaio. I versamenti rientrano in un’emissione speciale predisposta nel giorno 12 dicembre 2015 per una spesa totale di ottanta milioni di euro: interessati sono in tutto 200 mila contratti di supplenze brevi ed anche saltuarie svolte nella prima parte dell’anno scolastico 2015/2016.

Pagamento supplenze brevi da oggi 19 gennaio: a quali docenti?

Riceveranno il pagamento, però, 132 mila docenti: il numero complessivo dei contratti è di gran lunga più alto dei contratti in quanto molti docenti hanno svolto più supplenze nell’arco dei quattro mesi. Il decreto è stato firmato già il 23 dicembre 2015 dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan e da quello dell’Istruzione, Stefania Giannini. Si tratta della seconda parte del pagamento degli arretrati per i supplenti della scuola: in una prima, disposta lo scorso 24 dicembre, infatti, erano stati pagati 25 mila contratti di supplenza breve per un importo totale di 16 milioni e 600 mila euro. Il giorno di esigibilità è proprio oggi, 19 gennaio: è possibile controllare il proprio pagamento collegandosi al portale NoiPa dopo aver immesso le proprie credenziali di accesso.

Supplenze brevi, col pagamento chiusa la querelle sul ritardo

Il pagamento degli stipendi arretrati ai supplenti chiude, dunque, una clamorosa querelle andata avanti per mesi che aveva spinto anche alcuni parlamentari leghisti (Fedriga, Attaguile e Borghesi) a presentare un’interrogazione parlamentare prima di Natale sui ritardi della pubblica amministrazione.

Nella stessa interrogazione parlamentare si poneva il problema del mancato pagamento anche a favore dei collaboratori scolastici e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliare (Ata) che hanno continuato a svolgere il proprio lavoro in attesa del meritato stipendio.