Torna in primo piano la discussione sulla riforma Pensioni. Le novità ad oggi, domenica 21 febbraio, hanno per oggetto Cesare Damiano e le sue dichiarazioni in merito ad esodati e lavori usuranti. L'ex ministro del Lavoro ha inoltre annunciato che all'inizio della prossima settimana in commissione comincerà la discussione della Delega sulle norme per il contrasto della povertà. In merito a questa, l'obiettivo dell'esponente dem è noto a tutti: cancellazione del testo in cui si fa riferimento alla razionalizzazione delle prestazioni previdenziali.
Pensioni, Damiano non dimentica
Il parlamentare del Pd non dimentica la battaglia per la riforma pensioni 2016. Quattro i temi toccati da Damiano: primo punto, introduzione della flessibilità in uscita; secondo, risoluzione del problema relativo alle ricongiunzioni onerose; terzo, ottava salvaguardia per gli esodati non 'salvati' dalla settima; quarto, proposte concrete per aiutare chi svolge lavori usuranti. Anche se non sono stati messi in luce in maniera esplicita, nel 'calderone' della riforma previdenziale rientrano anche i lavoratori precoci, presenti in piazza Montecitorio qualche giorno fa per chiedere ai politici quota 41. La manifestazione del 18 febbraio ha avuto un eco mediatico importante, ma la vittoria - se così possiamo definirla - più grande è stata la presa di posizione da parte dei parlamentari che compongono la commissione Lavoro alla Camera, i quali hanno ricevuto una delegazione dei precoci assicurando loro il massimo impegno per venire incontro alle loro richieste.
Verso un'ottava salvaguardia
La determinazione con cui il numero uno della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ha affrontato, e continua ad affrontare, il tema previdenziale è riconosciuta da tutti. Un chiaro segnale lo si è avuto anche nelle ultime dichiarazioni rilasciate, che hanno avuto per oggetto tre argomenti non sempre in primo piano nel dibattito politico italiano: ricongiunzioni onerose e lavori usuranti, senza dimenticare la questione esodati.
C'è la consapevolezza della necessità di un cambio di rotta, fin da quest'anno, come - tra le altre cose - ha ricordato di recente anche Tito Boeri in un'intervista ad un noto quotidiano nazionale. Il presidente dell'Inps ha individuato nella modifica del patto di stabilità con l'Europa la chiave con cui il governo possa aprire la porta della nuova, e ultima, riforma delle pensioni, aggiungendo che Bruxelles debba essere convinta sul fatto che la pensione anticipata, a lungo termine, consentirebbe allo Stato di pagare importi più bassi degli assegni pensionistici, rientrando in questo modo della spesa sostenuta inizialmente.