La strada del referendum abrogativo della legge 107 è quella più difficile da percorrere: tutto il personale scolastico ne è ben consapevole anche se rimane certamente la soluzione più acclamata. La rabbia e l'indignazione espresse la scorsa estate, all'indomani dell'approvazione (a calcetti e spintarelle) della riforma Buona Scuola, portarono all'immediata proposta referendaria anche se, col passare dei giorni, ci si rese conto che l'iniziativa andava organizzata con più calma e raziocinio per evitare che conducesse ad un sicuro fallimento.

Referendum contro la Buona Scuola: a Napoli costituito il comitato

Vi abbiamo parlato due settimane fa della nascita del comitato referendario su iniziativa di molte associazioni tra le quali Illumin'Italia, Unione degli Studenti, Mida Precari, Adida Precari, Associazione Nazionale Docenti, il comitato Lip Scuola oltre ai sindacati come Gilda degli insegnanti, Cobas, Unicobas: l'obiettivo è quello, prima di tutto, di portare alle urne i cittadini italiani e di raggiungere quindi il quorum necessario e, in secondo luogo, convincerli all'abrogazione della legge 107.

Ultime news scuola, 21 febbraio: Sinistra Italiana rilancia referendum contro legge 107

Nella giornata di ieri, sabato 20 febbraio, è stata rilanciata l'idea di una proposta referendaria: nel corso della kermesse Cosmopolitica in svolgimento a Roma, il deputato del nuovo partito Sinistra Italiana, Alfredo D'Attorre, ha ribadito la volontà del suo movimento nel proporre una raccolta firme a favore di una serie di referendum abrogativi tra i quali quello della legge Buona Scuola, altrimenti conosciuta come legge 107.

'A partire dal mese di aprile e maggio' ha dichiarato D'Attorre 'diverse associazioni e sigle sindacali proporranno l'abrogazione di alcune parti di leggi come l'Italicum, il Jobs Act e la riforma della scuola'.

Certamente, la volontà di includere nelle proposte referendarie altre riforme volute dal governo Renzi come quella del lavoro e quella elettorale, potrebbe dare una spinta notevole agli elettori nel presentarsi alle urne per scegliere o meno l'abrogazione di parti di tali leggi: per quanto riguarda la scuola, i quesiti referendari verterebbero soprattutto sulla chiamata diretta dei docenti e gli ambiti territoriali, oltre ai premi elargiti dai comitati di valutazione, la gestione dell'organico potenziato e la questione della mobilità.