La Scuola sta vivendo un momento particolarmente delicato, non soltanto per gli effetti deleteri della legge 107 che si sono già fatti sentire in maniera consistente. L'aria che si respira è pesante, sembra quasi di trovarci di fronte ad un 'tutti contro tutti': che sia davvero questo, o meno, l'obiettivo della riforma scolastica, poco importa, ciò che più interessa è semmai la situazione globale del mondo scolastico.
Scuola ultime news 4 febbraio 2016: aria pesante all'USR del Lazio
A questo proposito, 'Tecnica della Scuola' porta all'attenzione quanto verificatosi durante una conferenza di servizio convocata dall'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, quando una dirigente scolastica, prendendo la parola, ha dichiarato, senza usare giri di parole, che la legge 107 non va applicata in quanto si tratta di una pessima legge.
Se pensiamo che l'affermazione arriva da una categoria considerata da molti come 'privilegiata' dalla riforma scolastica, possiamo ben comprendere la generale difficoltà nell'accettare quanto disposto dal testo legislativo approvato lo scorso mese di luglio.
'Ma quando mandiamo via dalla scuola i sindacati?'
Un'altra domanda, formulata da un'altra dirigente e rivolta direttamente ai funzionari dell'Ufficio Scolastico Regionale, ha creato non poco imbarazzo tra i presenti ovvero: 'Ma quando li mandiamo via dalla scuola questi sindacati?'
Alla domanda ha fatto seguito un silenzio paradossale, anche perchè non bisogna dimenticare che i sindacati, volenti o nolenti, rappresentano, anche e soprattutto per volontà costituzionale, quelle organizzazioni che hanno il dovere di rappresentare i lavoratori.
Al silenzio ha fatto seguito un deciso intervento di Unicobas che, a sua volta, ha chiesto se il silenzio rappresentasse un generale assenso da parte dei dirigenti scolastici della provincia, nonchè quello delle istituzioni: il sindacato di base ha portato all'attenzione il fatto che nessuno si è preso la briga di menzionare il diritto alla libertà associativa come principio costituzionale.
In realtà, la domanda della preside era motivata dall'avvenuta impossibilità di costituire il comitato di valutazione nel suo istituto, proprio per le pressioni dei sindacati ed in particolar modo di Unicobas.
Insomma, si respira aria pesante e i prossimi mesi non promettono nulla di buono, a cominciare dalla questione legata alla mobilità.