L'accordo Miur-sindacati in merito al nuovo contratto mobilità docenti 2016/7 non è piaciuto affatto ai neoassunti dal piano straordinario assunzionale dell'estate-autunno 2015: si parla di discriminazione rispetto ai 'vecchi' docenti di ruolo e di promesse che non sono state mantenute dall'amministrazione centrale. Vediamo, in dettaglio, quali sono i motivi di lamentela di questi insegnanti.
Mobilità docenti fasi 0 e A: ecco cosa non va
Per tutti coloro che sono stati assunti attraverso le fasi 0 e A, la legge 107/2015 ha dato la possibilità di richiedere la titolarità su Scuola, secondo la vecchia procedura, nella stessa provincia dove sono stati assunti.
Tutto ciò avrebbe comportato la permanenza triennale obbligatoria in quella provincia, negando la possibilità di potersi trasferire altrove. A questo proposito, i sindacati sono riusciti ad ottenere la deroga per la presentazione della domanda di mobilità interprovinciale, ma soltanto nella quarta ed ultima fase. Da qui i motivi della protesta derivante dal fatto che i docenti assunti prima del 2015 avranno, invece, la possibilità di chiedere il trasferimento interprovinciale già in seconda fase ed ottenere (qualora vi fosse disponibilità di posti) la titolarità su scuola in una delle sedi incluse nell'ambito indicato nella domanda.
Docenti fase B da Graduatorie di Merito e neoassunti fase C
Motivi di lamentela anche da parte dei docenti assunti durante la fase B (da Graduatorie di Merito) che sappiamo essere stata la più penalizzata dal piano assunzioni Miur, quella della 'deportazione', tanto per ricordare le polemiche del mese di agosto.
Questi insegnanti vennero assunti quasi tutti fuori provincia di residenza ma vennero 'consolati' dalla promessa inerente alla domanda di mobilità straordinaria. Il 'salvagente', però, arriverà solamente nella quarta ed ultima fase: anche per questi docenti, la 'coda del trenino'.
Infine ci sono i docenti neoassunti come organico di potenziamento in fase C, molti dei quali sono riusciti a rimanere nella propria provincia di preferenza: questi insegnanti si lamentano per il fatto che nel contratto si parli soltanto di sede provvisoria e non di provincia, mentre la legge 107 indica chiaramente che la mobilità nazionale dovrà avvenire su tutti gli ambiti territoriali.
Insomma, tanti nodi al pettine ancora da sciogliere con la convinzione che, ancora una volta, molti docenti subiranno altre ingiustizie e nuove cocenti delusioni.