Mercoledì 16 marzo scorso, presso la Sala Capranichetta di piazza Montecitorio a Roma si è svolto il convegno 'Buona Scuola, elementi di incostituzionalità', organizzato dal sindacato Gilda insieme all'Associazione Docenti Articolo 33. GildaTV ha documentato ampiamente l'evento che ha preceduto la consegna dei quattro quesiti referendari inerenti all'abrogazione di parti della contestata legge 107, altrimenti conosciuta come Buona Scuola. Alla presenza del coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, ha parlato, tra gli altri, il professore Antonio D'Andrea, ordinario di Diritto Pubblico all'Università di Brescia.
Ultime news scuola, domenica 20 marzo: 'Buona Scuola, elementi di incostituzionalità'
Nel corso del suo intervento, che potrete ascoltare grazie al canale GildaTV (servizio di Fulvia Subania e Angelo Scebba), il professor D'Andrea ha dato ampio risalto al fatto che la riforma Buona Scuola rappresenti soltanto l'inizio di ciò che potrà accadere, con il governo che tenderà ad escludere le Regioni e ad operare una emarginazione del Parlamento. Ecco uno dei passaggi più rappresentativi dell'intervento del Professor D'Andrea:
'Il governo, dal luglio 2015, ha sostanzialmente le mani libere rispetto al Parlamento nel riordinare, revisionare e promuovere il sistema nazionale d'Istruzione: lo può fare partendo dall'accesso nei ruoli di docente, nella scuola secondaria, sino a spingersi alla valutazione e alla certificazione delle competenze degli studenti, nonchè degli Esami di Stato.
Entro due anni dall'entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi, sarà possibile, per il governo, adottare dei decreti integrativi e correttivi.'
Professor D'Andrea: 'Il governo potrà disporre di un'ampia e docile maggioranza di deputati'
'La riforma del sistema nazionale dell'istruzione si è solo avviata con la legge 107 del 2015 e sarà, in realtà, definita e precisata, nei prossimi anni, dal governo, organo messo in condizioni di alternare norme primarie (decreti legislativi), o secondarie (regolamenti generali o ministeriali) con sostanziale neutralizzazione, a livello costituzionale, dell'intervento legislativo regionale e sostanziale emarginazione di quel che sarà restato degli organi parlamentari.
E' utile ricordare che la Camera dei Deputati, l'unico organo parlamentare destinato a mantenere un rapporto fiduciario con l'esecutivo, secondo il noto disegno di revisione costituzionale, sarà eletta (a meno che non sopraggiungano interventi esterni come, per esempio, il referendum abrogativo) con meccanismi premiali che, di fatto, consentiranno alla forza politica maggioritaria e, direi, al suo leader, di disporre di una 'docile' e ampia maggioranza di deputati.'