Gli ultimi dati che sono stati diffusi concernenti le domande per il concorso Scuola 2016 segnalano come il boicottaggio lanciato da più associazioni stia avendo la meglio. I docenti precari non ci stanno a sottoporsi a queste procedure ritenute lesive della propria professionalità e del proprio merito, conquistato sul campo (nel caso dei PAS) o attraverso un vero e proprio concorso in ingresso (nel caso del TFA), e così si stanno cercando tutti i modi per riuscire a bloccare il concorso la cui prova scritta dovrebbe tenersi entro la fine di aprile.
Un precedente, comunque, c’è stato: si tratta del concorso del 2000, bandito dall’allora Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, e rinviato a data da destinarsi nel febbraio di quello stesso anno attraverso il decreto Direttoriale del 7 febbraio del 2000 (è possibile consultarlo sul sito del Miur).
Come fu bloccato il concorso scuola del 2000
La domanda che i docenti precari si pongono è come si potrebbe agire per bloccare il concorso scuola 2016, dal momento che un precedente storico c’è stato. Come è stato notato più volte, il clima politico e il ruolo dei sindacati è molto cambiato negli ultimi anni: il concorso scuola 2000 fu bloccato perché, contestualmente, molti sindacati non firmarono il rinnovo del Contratto Nazionale e gli stessi confederali si misero di traverso in maniera molto decisa e con prese di posizione infuocate.
Quello che è mancato, secondo i precari, sono state proprio le grandi associazioni sindacali – i diretti interessati hanno infatti sollevato due questioni: da un lato il fatto che nessuna vera e decisa presa di posizione è arrivata ad esempio dalla FLC-CGIL (ma anche dagli altri confederali), la quale ha contestato alcuni punti dei bandi ma sempre in maniera eccessivamente timida e sottolineando l’opportunità del concorso; dall’altro il fatto che i docenti abilitati e non abilitati sono spaccati tra di loro e al loro interno: II fascia delle GI contro la III fascia delle GI, docenti con abilitazione TFA contro docenti con abilitazione PAS, quello che sarebbe mancato, secondo molti docenti, è la costruzione di una piattaforma comune.
C’è, insomma, chi ritiene che con l’appoggio vero dei sindacati e con una maggiore unità tra i docenti la battaglia per l’annullamento sarebbe stata più facilmente a portata di mano. Per aggiornamenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.