Anche il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano sembra aver "mollato" sul famigerato tema riguardante la flessibilità in uscita nonostante la sua lunga battaglia che ormai conduce da anni. Secondo il deputato del Partito Democratico, infatti, un intervento che possa correggere le storture della vecchia Riforma Fornero potrebbe essere varato solo in occasione della prossima legge di stabilità.

Damiano: 'flessibilità con la nuova lds'

"Varare la flessibilità al fine di contribuire a risolvere il problema dei disoccupati ultrasessantenni, molti dei quali resteranno senza ammortizzatori sociali e reddito a partire dalla seconda metà dell'anno in corso", ha spiegato Damiano.

Una riforma delle Pensioni sarebbe utile anche per favorire il cosiddetto sblocco del turnover e permettere a migliaia di giovani disoccupati di entrare nel mondo del lavoro. Resta comunque il fatto che anche Cesare Damiano sembra essere rassegnato sul fatto che le pensioni non possano essere toccate prima della prossima legge di stabilità nonostante sia uno dei maggiori sostenitori della flessibilità.

In Commissione Lavoro continua l'esame del ddl 857

Intanto, in Commissione Lavoro alla Camera si continua ad esaminare la proposta di legge n.857 di cui lo stesso Damiano insieme alla deputata del Pd Maria Luisa Gnecchi e il Sottosegretario dell'Economia Pier Paolo Baretta è il firmatario. Il ddl, infatti, darebbe la possibilità di lasciare il lavoro con quattro anni di anticipo andando, però, incontro a una penalizzazione massima dell' 8% sull'assegno previdenziale.

Stando a quanto specificato da Cesare Damiano, la proposta potrebbe essere fatta a costo zero, ovvero dovrebberoessere sostenuti degli oneriper i primi quattro anni che sarebbero poi compensati con i risparmi generati per i prossimi 20 anni. Ma ciò non sembra convincere il Governo che, tuttora, continua a sostenere l'ipotesi di un'eventuale riapertura del tema della flessibilità con la prossima manovra.Intanto, in attesa di un intervento che possa dare una risposta definitiva al problema, i sindacati Cisl, Cgil e Uil hanno già annunciato le prime mobilitazioni.