Dopo avervi parlato dell'ipotesi di un boicottaggio sul concorso a cattedra e di cosa fare a riguardo, continuano i nostri aggiornamenti sul mondo della Scuola. Sul concorsone è nata una vera diatriba tra i docenti abilitati, che chiedono di essere inseriti direttamente in GaE, e i docenti non abilitati, che vorrebbero partecipare alla procedura concorsuale pur non avendone i requisiti. Francesco Scalia, senatore del PD, è intervenuto a favore degli abilitati TFA che da tempo cercano di farsi ascoltare 'dai piani alti'.

Scalia: doppio canale di assunzione per abilitati TFA

Ieri, 17 aprile, il senatore Scalia ha depositato un'interrogazione indirizzata alla Giannini affinché potesse 'valutare seriamente' la formazione di un secondo canale di assunzione per gli abilitati TFA. Quest'ultimi quindi verrebbero assunti definitivamente, mediante lo scorrimento delle graduatorie. La sua richiesta, sostenuta anche da altri colleghi, nasce dalla constatazione che il percorso per conseguire l'abilitazione, istituito nel 2010, è stato particolarmente difficile ed è equiparabile in toto ad una procedura concorsuale.Infatti, il percorso di formazione a cui si sono sottoposti i docenti si è articolato su più livelli. In primis, hanno dovuto affrontare una prova a livello nazionale e poi due selezioni, una prova scritta e l'orale, presso le sedi universitarie predisposte.

Successivamente, i vincitori del TFA hanno dovuto svolgere un tirocinio e hanno preparato una tesi finale.

Ora gli abilitati TFA si ritrovano a dover affrontare il concorso scuola e ad essere valutati negli stessi ambiti in cui sono stati valutati precedentemente. Per questi motivi, Francesco Scalia ha chiesto la formazione di un secondo canale di immissioni in ruolo.

Il senatore ha concluso la sua richiesta dicendo: 'Tutto questo impegno è tale da essere equiparato ad un vero e proprio concorso e merita di essere considerato titolo sufficiente' per esercitare l'amata professione.

La reazione degli abilitati TFA e del M5S

La comunicazione del senatore ha suscitato una repentina reazione. Se inizialmente le incomprensioni maggiori si sono riscontrate tra abilitati e non abilitati, il dissenso si è ora spostato tra i tieffini e gli abilitati PAS.

Quest'ultimi. infatti, ritengono che anche loro hanno dovuto affrontare un percorso duro e costoso e che quindi la procedura dovrebbe essere estesa anche a loro, nel caso in cui venisse approvata. Altri docenti risultano più solidali, ritenendo che sia giusto che entrambe le abilitazioni, TFA e PAS, possano consentire l'iscrizione in GaE. Infine, il pensiero condiviso dai più è che si tratti di 'propaganda politica', nata esclusivamente per ottenere un minimo di visibilità.

Proprio su questo punto è intervenuta Silvia Chimienti del M5S che sul suo profilo Facebook ha definito Scalia come 'il nuovo paladino dei precari'. Un uomo che non si è mai occupato di scuola e che il 25 giugno 2015 ha votato favorevolmente 'per un provvedimento che costringe gli abilitati TFA' a essere riselezionati per la seconda volta.

Ora non c'è più tempo per cambiare le disposizioni e tutti sanno che 'nessuno ascolterà mai Scalia'. Allora perché il senatore ha presentato un'interrogazione? Secondo la Chimienti, è solo per un motivo elettorale: 'in vista delle amministrative', in quanto mancano solo due mesi. Infine l'esponente del M5S conclude che è solo un modo per scatenare ancora di più una 'guerra tra poveri'.

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