Oggi si è svolta una manifestazione nazionale per protestare contro la legge Fornero. E finalmente i sindacati si sono decisi a guidare i cortei che sono scesi in piazza nelle varie città italiane. Oltre ai cortei annunciati a Venezia, Roma e Napoli la mobilitazione ha avuto luogo anche in altre città come Milano, Torino, Pavia, Brescia, Genovae tante altre. Nei capoluoghi di Venezia, Roma e Napoli i leader di CGIL, CISL e UIL hanno fatto sentire le loro voci.

Venezia e Roma

Solo a Venezia un fiume di oltre 4.000 lavoratori ha invaso le vie della città.

Per Susanna Camuso della CGIL le Pensioni devono cambiare radicalmente. La leader è convinta che deve cambiare la norma per quel che riguarda la costruzione di una previdenza per i giovani. Anche perché le persone dovranno avere un futuro con una vita civile dignitosa.

A Roma Annamaria Furlan, segretaria della CISL, ha chiesto che venga fatta un'iniziativa unitaria sulla rivalutazione delle pensioni. Per la leader della CISL si devonocombinare contributi ed età anagrafica e ha rimarcato che 41 anni di contributi sonosufficienti per poter andare in pensione. La Furlan ha voluto precisareche il sindacato non cambierà atteggiamento perché continuerà a protestarefinché il governo non si renderà disponibile.

Le ultime notizie raccontano che ci sarà un'altra manifestazione chedovrebbe svolgersi a Roma il 19 maggio.

Napoli

Anche a Napoli migliaia di lavoratori hanno attraversato la città al grido di«Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani». Il corteo è iniziato a Piazza Dante Alighieri e ha raggiunto Piazza Matteotti. Alfredo Garzi della CGIL di Napoli ha detto che il sindacato vuole modificare le pensioni per dare l'opportunità ai lavoratori ad uscire in una età dignitosa e dare l'opportunità ai giovani di ambire legittimamente ad un posto di lavoro senza dover aspettare chi rimane al lavoro fino a 70 anni.

Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, ha ricordato che dopo un anno sono ancora in attesa di aprire il tavolo di confronto promesso dal ministro Poletti. Secondo Barbagallo non bisogna dimenticare che la Corte dei Conti hadetto che la riforma Fornero ha permesso di far incassare allo Stato 30 miliardi l'anno.