In uno dei decreti delladelega legislativa sulla povertà è previstoun intervento sulle Pensioni di reversibilità. Secondo Cesare Damiano questa intenzione del governo è palesemente ribadita nel DEF, recentemente pubblicato, a differenza di quanto in precedenzanegato dal Governo di voler toccare la reversibilità. Nel DEF è scritto alla voce "povertà"chela norma razionalizza le prestazionidi natura assistenziale e quelle di natura previdenziale. In pratica l'ipotesi, che anche i sindacati hanno sottolineato, è che nelle misure di contrasto alla povertà si voglia utilizzare l'ISEE.

Se così fosse le vedove, alle quali i defunti mariti avevano lasciato un immobile e qualche piccolo risparmio, si troverebbero a dover rinunciare all'assegno pensionistico. La pensione di reversibilità è stata sempre considerata una prestazione derivata dai contributi versati dal lavoratore e, pertanto, di natura previdenziale. Se venisse modificata in base ai redditi di cui dispone il beneficiario ( la vedova ) la prestazione diventerebbe assistenziale. In pratica si stravolgerebbe il concetto di pensione di reversibilità. Per Susanna Camuso èun po' difficile pensare a un refuso, più facile pensare che il governo ci stia provando. E in ogni caso i sindacati hanno già dichiarato di volersiopporre.

Cosa dice il governo

StamaneYoram Gutgeld durante la trasmissione 24 Mattino su radio 24 ha dichiarato che non c'è nessuna intenzione del governo di voler toccare le pensioni di reversibilità. Sarà, ma non si capisce perché non si è provveduto a eliminare dal DEF qualsiasi riferimento se non si voleva creare allarmismi. Le pensioni di reversibilità sono circa 3 milioni per una spesa che si aggira intorno ai 24 miliardi l'anno.

Il testo della legge delega spiega che leeventuali modifiche toccheranno solo le pensioni future. Anche Tommaso Nannicini sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nega che il Governo voglia toccare le pensioni di reversibilità e che si tratta di un equivoco su una frase generica scritta nel DEF che viene strumentalizzata per creare zizzania.

Ad ogni buon conto questo "equivoco" a breve dovrà essere chiarito e si spera che il governo non si rimangi quanto affermato verbalmente.

Flessibilità pensionistica

Nel DEF è inserita anche una ipotesi che riguarda la flessibilità in uscita. Secondo Poletti, compatibilmente ai conti dello Stato, sarebbe possibile ipotizzare di trovare la soluzione calcolando con il metodo contributivo l'intera pensione. Ipotesi questa che graverebbe sui lavoratori nella misura di un 30 % in meno sull'assegno pensionistico e quindi oltremodo penalizzante.