'Caro ministro Stefania Giannini, noi non ci stiamo' questa la risposta chiara ed ineccepibile dei Partigiani della Scuola Pubblica all'intervista rilasciata dalla responsabile dell'istruzione italiana al quotidiano 'Il Mattino' di Napoli, all'interno della quale si parla espressamente della possibilità di tenere aperte le scuole anche nel periodo estivo.
Ultime news scuola, mercoledì 27 aprile 2016: PSP 'Caro signor ministro, noi non ci stiamo'
Nel comunicato dei PSP, si allude al motivo per il quale il ministro Giannini intende portare avanti questa iniziativa, ovvero quello di togliere i ragazzi dalla strada e dal mondo della criminalità: 'Il fine sociale è una scusa' affermano i Partigiani che 'accusano' l'onorevole di andare a riprendere il suo vecchio progetto di voler prolungare gli orari, naturalmente, in cambio di poco o nulla.
Anche sulla rete social è divampata la protesta dei docenti che hanno duramente contestato l'esternazione del ministro Giannini: 'evidentemente lei, signor ministro, in una scuola d'estate non ci ha mai messo piede, perchè altrimenti si renderebbe conto delle stupidaggini che ha detto' ha scritto Emma, chiedendo alla 'ministra', di trovarle un solo studente disposto a farsi la sauna a scuola il giorno di ferragosto.
Più ore di lavoro in cambio di nulla o di una 'mancetta'?
Tornando al comunicato dei Partigiani della Scuola Pubblica, qui si legge quello che sarebbe il vero motivo che si nasconderebbe dietro la proposta choc delle scuole aperte anche d'estate ovvero la questione della 'preparazione al lavoro'.
Se da una parte l'onorevole Giannini rassicura tutti, affrettandosi a specificare che le ore estive non saranno dedicate alle materie tradizionali, bensì ad altre attività come la musica o lo sport (o ad avvicinare i giovani al mondo del lavoro), dall'altra bisogna ricordare al ministro che i giorni di scuola in Italia rientrano assolutamente nella media europea e che le ore di lavoro degli insegnanti, in molti casi, sono addirittura superiori a quelle dei colleghi dell'UE.
L'unica grande differenza sta nello stipendio, bloccato dal 2009: in fin dei conti si tratta solo di piccoli ed ininfluenti dettagli se rapportati alla 'rivoluzione copernicana' della Buona Scuola, vero signor ministro?