Mentre arrivano le prime stime sulle possibili adesioni al nuovo meccanismo di prepensionamento tramite il tempo parziale (si parla di circa 30mila domande attese entro l'anno), il Ministro del lavoro interviene sul delicato nodo della riforma previdenziale 2016. Il problema di un intervento strutturale continua ad animare le proteste dei pensionandi, visto che il ricorso al part time può rappresentareuna misura di sostegno utile per alleviare la situazione di casi particolari (come ad esempio nelle famiglie in cui si necessità di un care giver), ma non può risolvere in via definitiva le tante situazioni di disagio verificatesi con l'irrigidimento dei criteri di pensionamento avvenuto nel 2011 e nemmeno rimettere in modo il turn over.
Ed è proprio in favore della flessibilità in uscita che si concentrano le aspettative più elevate, se non altro per il fatto che un intervento correttivo è ormai atteso dal 2011, mentre sempre da diversi anni sono depositate in Parlamento numeroseproposte di legge, come l'ormai nota pensione anticipata con la quota 97 e l'uscita con 41 anni per i lavoratori precoci.
Riforma pensioni 2016, per il ministro vi sono il 51% delle possibilità di riuscita
Stante la situazione, è ormai chiaro che se la flessibilità in ingresso nell'Inpssi farà, i lavoratori dovranno attendere almeno fino all'inizio dell'autunno, quando il Governo preparerà la prima bozza della legge di stabilità 2017. Per Giuliano Poletti, che ha risposto alle domande di una recente intervista pubblicata dal quotidiano "La Repubblica", la vicenda resta "all'ordine del giorno del Governo", ma data la complessità della situazione e le difficoltà nel reperire le risorse a causa dei vincoli europei "finora non si è riusciti a farla".
Soprattutto, non sarebbe nemmeno scontato un intervento nella prossima LdS: "vi è una probabilità del 51%" ha affermato il Ministro del lavoro, spiegando che "le operazioni troppo semplici rischiano di essere ingiuste". Secondo l'esponente dell'esecutivo, per arrivare al punto dievitare nuovi interventi in futuro dovrà essere reperita una soluzione previdenziale che risulti sostenibile tanto dal punto di vista dei conti pubblici quanto da quello sociale.
Una sfida che fino ad ora ha visto rimandareun intervento definitivo a tempi migliori, ma la cui soluzionedifficilmente potrà essere procrastinata ancora a lungo.
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