Il presidio che si è tenuto a Roma venerdì scorso ha permesso di avere uno spaccato su quella che è la posizione del sindacato in relazione al caso dei lavoratori precoci. Questo lungo weekend festivo, con i palazzi della politica che sono chiusi per le feste, ha così dato l'occasione ai lavoratori precoci in lotta per la quota 41, di tracciare un bilancio su quello che è avvenuto lo scorso venerdì dinanzi alla sede del Ministero dell'Economia.
A parte le polemiche per la maggiore copertura che i media hanno dato agli esodati, tanto che, in alcuni casi, si è parlato addirittura di manifestazione dei soli esodati e non di iniziativa comune tra esodati e precoci, quello sui cui ci si stainterrogando oggi è soprattutto la posizione delle varie sigle sindacali in relazione al problema precoci.
Sottoesame sono così finite le dichiarazioni dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil dello scorso venerdì.
Tra i lavoratori precoci nessuno contesta la maggiore urgenza della questione esodati, visto che si tratta di soggetti che, alla luce degli assurdi meccanismi della Legge Fornero, non hanno né un reddito da lavoro né un assegno pensionistico, ma è impossibile non cogliere le varie sfumature dei discorsi dei portavoce di Cgil, Cisl e Uil.
Lavoratori precoci e posizione della Cgil
Tra i vari rappresentanti sindacali che hanno preso la parola durante il presidio dello scorso venerdì, chi è sembrato avere le idee più chiare è stata Vera Lamonica della Cgil. La sindacalista, infatti, ha affermato che chi ha iniziato a lavorare da quando aveva 14-15 anni ha il pieno diritto di andare in pensione con la quota 41 senza penalizzazioni.
Per la Lamonica, quindi, è impensabile che soggetti che non hanno studiato e che si sono spaccati la schiena nelle fabbriche e nei cantieri facendo lavori durissimi siano finiti con il diventare carne da cannone degli assurdi meccanismi della Legge Fornero.
Meno incisivi ma comunque molto chiari sono stati gli interventi di Petriccioli della Cisl e di Proietti della Uil che hanno invece messo in evidenza la necessità che il Governo convochi immediatamente un tavolo di confronto per uscire dal vicolo cieco in cui si è finiti. Una proposta concreta, chiara, senza i toni duri della Cgil che sui precoci sembra invece condurre una lotta più spinta.