In tutti questi anni di mobilitazione da parte dei lavoratori precoci, in più di una occasione illustri rappresentanti del governo Renzi, messi alle strette, hanno affermato che non è possibile agire perché si uscirebbe dai rigidi parametri che sono stati imposti dall'Europa all'Italia sulle Pensioni. Sotto questo punto di vista i precoci rappresentano probabilmente il più classico degli della difficoltà dello Stato ad affrancasi dalle rigidità dell'Europa.

In tema di pensioni Bruxelles è stata molto chiara con l'Italia

Per la Commissione Europea la normativa Fornero sulle pensioni non solo non va cambiata, ma va anzi applicata e, nel caso specifico dei lavoratori e delle lavoratrici precoci, si deve dare seguito al progressivo aumento dei requisiti di età contributiva per andare in pensione.

La regola imposta dall'Europa, che non tiene minimamente conto delle differenze tra i vari tipi di lavoro, è molto chiara: le aspettative di vita si allungano e quindi è giusto andare in pensione dopo. Il fatto che questo meccanismo sia un tappo per il rilancio dell'occupazione giovanile, come ha affermato Landini, non viene minimamente considerato.

Questo quadro, poco idilliaco, potrebbe subire addirittura un cambiamento in negativo se l'Europa dovesse dare seguito a una procedura di infrazione sull'età pensionabile.

A lanciare quello che per tutti i lavoratori precoci è suonato come un allarme è stato il solito Cesare Damiano che ha ricordato a tutti che l'Europa da tempo chiede all'Italia di dare piena parità uomo donna in tema di pensioni.

Il riferimento del padre di quota 41 per i precoci è allaprocedura d'infrazione 2013_4199 in cui si cita espressamente "lanon conformità della legge 22 dicembre 2011, n. 214 con la direttiva 79/7/CEE relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale".

Per l'Europa uomini e donne pari devono essere in tema di età pensionabile. Questo discorso vale su tutta la materia pensionistica e quindi anche nel caso dei lavoratori precoci.

La situazione dei precoci oggi

Attualmente per andare in pensione una lavoratrice precoce donna deve aver maturato i 41 anni e 10 mesi di contribuzione.

Ebbene, il rischio è che, alla luce della procedura di infrazione dell'Europa, i requisiti delle precoci siano equiparati a quelli dei precoci con innalzamento di 12 mesi. Una situazione di questo tipo ha subito una sonora bocciatura da parte di Cesare Damiano che, non a caso, ha parlato di situazione inaccettabile.

Se davvero dovesse passare in provvedimento simile per i precoci che si battono per la quota 41 sarebbe una beffa.