Resta ottimista e fiducioso rispetto agli annunci del premier sulla riforma Pensioni, ma non risparmia critiche e suggerimento il presidente della commissione Lavoro della Camera sulla flessibilità in uscita dal lavoro per l'accesso alla pensione anticipata. Così come i sindacati, l'ipotesi dell'Ape - Anticipo Pensionistico - prospettata da Matteo Renzi, che immagina sostanzialmente una uscita anticipata con una formula simile al prestito previdenziale e con penalizzazioni, non sembra convincere più di tanto Cesare Damiano, che invece, insieme a diversi parlamentari del Pd e non solo della minoranza interna, insiste sul ddl 857 - a sostegno del quale è stata lanciata una petizione popolare - per il prepensionamento a 62 anni con leggere penalità e per la quota 41 per la pensione dei lavoratori precoci.

Pensione anticipata, Damiano insiste sul ddl 857 per la flessibilità in uscita

"Lo sforzo del Governo - ha commentato oggi con un post su Facebook il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio - è apprezzabile, ma deve tenere conto - ha aggiunto Cesare Damiano - delle proposte sul tappeto, sia quelle del Parlamento - ha sottolineato - che dei sindacati". Proprio oggi a sollecitare per l'ennesima volta l'apertura di un tavolo tecnico-politico di confronto sulla riforma pensioni la Cgil di Susanna Camusso e la Uil di Carmelo Barbagallo che hanno criticato il Governo Renzi perché sulla questione previdenziale dalle parole non passa ai fatti, sottolineando come nonostante gli annunci sull'Anticipo Pensionistico e sull'aumento delle pensioni minime sui social network ai sindacati non sia arrivata ancora nessuna convocazione ufficiale da Palazzo Chigi.

'Il Governo deve tenere conto delle proposte del Parlamento e dei sindacati'

Anche Damiano, in linea con i sindacati, critica i troppi annunci a cui non seguono i fatti. "Dal silenzio iniziale - ha scritto su Facebook - siamo passati però ad un eccesso di annunci. Bisogna fare attenzione - ha aggiunto l'e sindacalista - perché le attese tra i lavoratori stanno crescendo".

Il parlamentare della minoranza del Partito democratico non sembra convinto dall'Ape lanciata dal premier. "Noi non vogliamo - ha detto - un prestito pagato dalle banche, ma - ha sottolineato il presidente della commissione Lavoro della Camera - l'anticipo di una pensione, pur penalizzata, erogato dall'Inps". Quella su cui insiste la minoranza del Pd, insomma, è una riforma pensioni organica e strutturale con al centro la questione flessibilità e non soluzioni di prepensionamento sostanzialmente a carico di lavoratori e imprese.