Da una parte criticati da sindacati di base e da insegnanti per aver sottoscritto, a quelle condizioni, il contratto di mobilità docenti 2016/2017, dall'altra pienamente risoluti a dichiarare guerra al Miur e al ministro Giannini.

I sindacati confederali torneranno in piazza il prossimo 20 maggio per lanciare un 'grido di allarme', così come ci tengono a sottolineare, che va oltre il grido di protesta. Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil si scaglia contro il governo, denunciando il 'clima nelle scuole divenuto irrespirabile'.

Ultime news scuola, giovedì 12 maggio 2016: 'Pronti a denunciare ministro Giannini'

Ciò che è più importante, però, è la mancanza di dialogo tra Miur e sindacati, sottolineata dalle parole pronunciate dal segretario UIL, Pino Turi, che ricorda come l'ultima volta che il ministro Stefania Giannini li ha ricevuti è stato il 23 settembre scorso, oltre sette mesi fa.

Anche Maddalena Gissi, segretario Cisl Scuola, si unisce al coro, chiedendo un sistema di relazioni sindacali serio di cui non si sta trovando riscontro: 'Continuiamo a fare richiesta di incontri con i rappresentanti delle istituzioni - ha precisato la Gissi - ma continuiamo puntualmente a non ricevere alcuna risposta. Esiste una legge, la numero 300 che impone una risposta alle richieste sindacali e questa legge non è rispettata'.

Per tale motivo, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals-Confsal stanno pensando di denunciare il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, per inadempienze sindacali.

Sciopero del 20 maggio: 'Lanciamo un grido d'allarme nel silenzio assordante'

Lo sciopero del prossimo 20 maggio vedrà scendere in piazza insegnanti, ma anche presidi e bidelli perchè tutti debbano lanciare un grido d'allarme dopo un silenzio divenuto assordante.

In primo luogo, c'è il rinnovo contrattuale, scaduto da sette anni, ma non bisogna dimenticarsi della situazione del precariato, della questione legata ai bonus per gli insegnanti dove è stata negata qualsiasi possibilità di contrattazione, delle modifiche alla legge 107 e della difesa della libertà di insegnamento. I sindacati vogliono soprattutto ripristinare il dialogo con le istituzioni, un dialogo illegittimamente negato loro: una situazione tanto più grave se consideriamo l'ostinato comportamento del governo a non voler ascoltare la voce della scuola.