E' stato un fiume in piena, ieri sera a Porta a Porta, il premier Matteo Renzi che è tornato a fornire rassicurazioni sulla riforma Pensioni e ha aperto al tavolo con i sindacati che sollecitano da tempo un confronto con l'esecutivo per le modifiche alla legge Fornero che nel 2011 aumentò drasticamente l'età pensionabili creando una miriade di problemi sul piano sociale tra i quali la questione esodati e l'aumento della disoccupazione giovanile. Oggi, l'inserimento di nuovi meccanismi per l'accesso ai prepensionamenti, oltre che rendere giustizia agli ultrasessantenni, potrebbe consentire di creare nuove opportunità di lavoro per i giovani anche se i nuovi posti di lavoro non sarebbero comunque proporzionali ai lavoratori in uscita.
Renzi a Porta a Porta a tutto campo sulla riforma pensioni: Ape con penalità 1-3%
"L'Ape - ha detto il presidente del Consiglio rilanciando ieri da Bruno Vespa la sua proposta per l'Anticipo Pensionistico, sarà in legge di Stabilità 2017". L'Ape di Matteo Renzi prevede l'uscita anticipata dal lavoro qualche anno prima rispetto a quanto prevede oggi la legge varata cinque anni fa dalla maggioranza delle larghe intese mentre alla guida del governo c'era il professore Mario Monti chiamato a "salvare" l'Italia dal crack. In pratica, con la formula dell'Anticipo Pensionistico di cui di nuovo ieri sera ha parlato il premier i lavoratori potranno andare in pensione a partire da 63 anni - piuttosto che a 66 e sette mesi - ma con penalità "lievi" decrescenti che variano dall'1 al 3%.
Non è chiaro se sull'Ape sono previste premialità per il pensionamento oltre i 66 anni come per esempio prevede il ddl 867 a prima firma del presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano.
L'esecutivo, nonostante in questi mesi abbia continuato a rinviare l'apertura del tavolo, non intende sottrarsi al confronto con le organizzazioni sindacali.
"Siamo disponibili anche da domani mattina - ha detto ieri il premier a Porta a Porta - a incontrare i sindacati dei pensionati". Al di là dell'Ape, il premier non ha fatto in questi giorni riferimento a diverse problemi ancora aperti sulla questione previdenziale: dalla vicenda esodati (ancora in tanti aspettano la salvaguardia) al pensionamento dei lavoratori precoci che reclamano la formula Quota 41 per l'uscita dal lavoro.
Ma ad aspettare risposte nell'ambito della riforma pensioni ci sono anche i docenti e il personale Ata della Quota 96 scuola e le lavoratrici che insistono per la proroga dell'Opzione donna fino al 2018.