Il Governo haallo studio un bando europeo per la ricerca degli istituti di credito che vorranno partecipare all'avvio della riforma previdenziale tramite il meccanismo del prestito pensionistico (meglio conosciuto come APE). Lo si apprende da fonti giornalistiche delle ultime ore, mentre si diffondono i primi dettagli sul funzionamento della nuova ipotesi di apertura alle uscite flessibili dal lavoro lanciate nel mese di maggio. L'anticipo dovrebbe essere inserito nella prossima legge di stabilità 2016 e venire rivolto inizialmenteai nati dal 1951 al 1953, per poi estendersi con provvedimenti ad hoc successivi anche alle altre classi di nascita.
Per quanto è stato comunicato finora, il progetto prevede la possibilità di fruire di un'uscita agevolata a partire dai 63 anni di età, sulla base di penalizzazioni che dipenderanno da un mix di fattori, tra cui lo stato di disagio effettivamente vissuto e l'importo stimato per il futuro assegno previdenziale. Ma sulla questione si è aperta un'accesa dialettica e le opinioni contrarie a questa soluzione restano molte. Vediamo le novità delle ultime ore e facciamo insieme il punto della situazione al riguardo.
Pensioni 2016: sulla misura sarà scontro con sindacati e Parlamento?
Sin qui quanto è stato enunciato pubblicamentefinora, ma se l'avvio delle trattative è stato accolto con favore da sindacati e Parlamento, lo stesso non si può dire riguardo al merito dell'iniziativa.
Dalla Camera si insiste per l'attuazione della proposta di legge n. 857 del 2013, che prevede l'uscita dei lavoratori a partire dai 62 anni di età, seppure con almeno 35 anni di contribuzione (contro i 20 previsti con l'APE). Mentre per i lavoratori precoci si chiede l'uscita con 41 anni di versamenti(al momento non c'è nessuna precisazione su come saranno tutelati questi soggetti attraverso la nuova proposta governativa).
D'altro canto i sindacati puntano il dito contro le eventuali penalizzazioni e si sono già detti contrari rispetto all'idea di procedere tramite dei prestiti bancari, anche perché non sarebbe stato esplicitatocome verrà ripartitoil costo per gli interessi passivi né chi dovrebbe pagare tali oneri. Una situazione riguardo laquale al momento appare difficile capire dovepotrebbero essere trovati i punti d'incontro e di mediazione tra le parti, seppure tutti si dicono convinti di voler inserire la misura all'interno della legge di stabilità 2017, in approvazione entro la fine dell'anno.
Riforma della previdenza: nuovi commenti di Poletti sui tagli
Proprio in merito alla questione delle penalizzazioni sono arrivati nuovi commenti dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti, che ha manifestato la propria intenzione di voler intervenire favorendo le situazioni di maggiore disagio. "Se ho un euro lo metto su chi ha perso il lavoro" ha spiegato nella giornata di ieri, evidenziando che la taratura sul meccanismo di uscita sarebbe ancora al vaglio dei tecnici. Al momento si parla di una trattenuta compresa in una forbice tra l'1 ed il3% per le situazioni di maggior disagio ed i redditi più bassi, ma che potrebbe salire fino al 6 o 7% per quelli più alti.
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