"La proposta Damiano - Baretta è interessante ma costa tra i 5 e i 7 miliardi e se attuata ci impedisce di fare altre cose. Con il prestito pensionistico, che ha il costo di un miliardo, noi non rinunciamoa dare delle risposte ad un pezzo specifico del Paese, ma lo facciamo con modalità che ci consentono di fare anche altre cose fondamentali": lo afferma il Vice Ministro Enrico Zanetti, intervistato durante la trasmissione televisiva Agorà di oggi 25 maggio. L'esponente di Scelta Civica spiega di ritenere legittime le rivendicazioni dei lavoratori,anche se pensa che questenon sempre considerano lo stato complessivo della questione previdenziale."In una comunità nazionale teorica dove tutti siamo preoccupati dell'equità, anziché abbassare l'età pensionabile di chi oggi va a 67 ci preoccuperemmo di creare i presupposti di un Paese che cresce, per fare in modo tra 10 anni di mandare in pensionea 67 annianche chi dovrà andare a 75.

Non siamo in un mondo ideale dove tutti pensano al bene degli altri, anche se questo è legittimo", riferendosi alle "classi dal '51 al '53, che dicono: guardiamo agli interessi nostri. Legittimamente, ma di questo stiamo parlando".

Riforma pensioni 2016, per Zanetti serve dare risposte con modalità ragionevoli

Stante la situazione, per il Vice Ministro all'Economia quella del prestito pensionistico appare al momento come la quadra tra le istanze divergenti presenti sul campo. "Noi vogliamo dare delle risposte anche a questi nostri concittadini che hanno diritto a guardare al loro interesse piuttosto che all'interesse generale. Hanno diritto come tutti gli altri, ma lo vogliamo fare con modalità che diano un impatto sui conti non tale da pregiudicare la sostenibilità di lungo periodo del sistema e nel breve di fare altri interventi di riduzione fiscale sui lavoratori e sulle imprese".

In merito altema delle Pensioni Zanetti sottolinea che si tratta di una questione importante, anche se non bisogna agire in modo controproducente: "sono assolutamente d'accordo sul fatto che sia importante non smontare la Fornero per correggerne gli errori, perché smontarla al primo refolodi ripresa del Paese (dopo che abbiamo perso un 10% buono di ricchezza del nostro Paese) significa sostanzialmente andare a creare rischi per i già pensionati così come per i giovani.

Per i primiperché hanno tutto l'interesse affinchénon si rimetta a rischio il sistema, mentre per i giovani perché hanno tranquillamente il tempo affinchési facciano questi interventi tra 10 o 15 anni, quando il Paese sarà di nuovo solido".

Governo punti a riforme sostenibili e ad un intervento anche sul lavoro

In conclusione, per l'esponente di Scelta Civica la questione delle pensioni flessibili deve essere affrontata in un'ottica di ampio respiro, tenendo a mente anche la necessità di intervenire in favore del lavoro.

"Oggi ci sono delle esigenze comprensibili per un pezzo di Paese, affrontabilicon una soluzione che consente di dare delle risposte con un costo contenuto e come tale sostenibile rispetto alla protezione del sistema e degli altri cittadini". Come da prassi restiamo a disposizione nel caso desideriate condividere con gli altri lettori la vostra opinione in merito alle ultime novità che vi abbiamo riportato, mentre per restare aggiornati sui prossimi articoli riguardanti lavoro epensionivi ricordiamo di utilizzare la comoda funzione "segui" che trovate in alto, vicino al titolo dell'articolo.