Ci sono novità importanti connesse alle Pensioni dei lavoratori precoci, in riferimento alla petizione lanciata da Cesare Damiano per l'introduzione della flessibilità in uscita. Lo slogan rimane "agli anziani la pensione, ai giovani il lavoro", e proprio nella giornata di ieri il presidente della commissione Lavoro alla Camera ha voluto sottolineare il record di 20 mila firme per la petizione, sia con un tweet che attraverso un post pubblicato sul suo sito ufficiale, cesaredamiano.org, dove è possibile cliccare sul link che rimanda alla petizione.
Le firme della petizione non bastano
Nonostante ciò, Damiano sa bene che per le pensioni dei lavoratori precoci le 20 mila firme raccolte dalla petizione non siano sufficienti. Per questo motivo l'ex ministro del Lavoro ha ricordato il problema della categoria all'indomani delle dichiarazioni di Giuliano Poletti, intervenuto sulla penalizzazione del tre per cento. Poletti aveva dichiarato che il governo non applicherà a tutti i lavoratori una penalità identica all'assegno pensionistico, parole che hanno trovato l'appoggio di Damiano.
L'esponente dem ha però voluto ricordare all'esecutivo a maggioranza Pd la questione dei precoci, ribadendo che debbano andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età.
Per loro infatti rimane ancora troppo penalizzante la riforma Fornero. Qualora il governo non dovesse fare nulla per loro, quest'ultimi si ritroverebbero ad accedere all'assegno previdenziale dopo oltre 43 anni di contributi nel giro di pochi anni. Con il passare del tempo poi l'eventualità dei 45 anni di contributi per andare in pensione non sarebbe poi così remota, anzi.
Sempre Cesare Damiano ha voluto dire la sua sull'ormai famoso APE, il meccanismo attraverso il quale il governo vuole andare a modificare la riforma di Elsa Fornero introducendo la flessibilità. Per il numero uno della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, è fondamentale fare una distinzione tra prestito e anticipo: il primo non è ben visto da Damiano, orientato invece verso l'anticipo dell'assegno previdenziale da parte dell'Inps.
In merito invece alla penalizzazione, il parlamentare ha precisato che questa, mediamente, non dovrebbe essere superiore al 2 per cento per ogni anno di anticipo.
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