Le novità sulla riforma pensioni giungono dalle ultime dichiarazioni di Cesare Damiano, che continua ad incalzare il Governo sull'importanzadi concedere al più presto misure a favore della flessibilità in uscita. Importante, dice, concedere la quota 41 ai precoci, la flessibilità in uscita a partire dai 62 anni d'età con leggere penalizzazioni sulla pensione ultima, concedere l'ottava ed ultima salvaguardia agli esodati e dire 'no' alla flessibilità in uscita con l'APE. La misura di flessibilità deve essere strutturale e non può in alcun modio, puntualizza Damiano, essere oggi ancora limitata solo ad alcune fasce d'età, la proposta annunciata da Renzi, parla dei lavoratori nati dal '51 al '53.

La pensione anticipata avrebbe senso, aggiunge convinto,se si basasse su una penalizzazione accettabile ove l'ente erogatore resti l'Inps, non si può parlare di prestito concesso da una banca per poter andare in pensione.

Riforma pensioni,qualcosa si muove, ma bisogna passare ai fatti: precoci, esodati in attesa

Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei deputati si è detto contento del fatto che l'argomento Pensioni sia ora al centro del dibattito politico e pubblico. Resta il problema di evitare un eccesso di annunci a cui rischiano di non seguire fatti concreti. È necessario, dice l'onorevole, occuparsi dei problemi reali e farlo bene, solo così è possibile, forse, superare la distanza che oggi separa sempre più la politica dai cittadini, che hanno smesso di fidarsi di promesse non mantenute.

Il tema delle pensioni, aggiunge Damiano, è ormai molto popolare, come dimostrano le 18.000 firma già raccolte nella petizione online, promossa dal sito Progressi.org, per promuovere il DdL 857.

“Le proposte dei parlamentari del Pd della Commissione Lavoro della Camera sulla flessibilità delle pensioni, precisal'onorevole,sono chiare, e sono già state depositate dalla scorsa legislatura".

Poi aggiunge, la nostra proposta di legge 857 è a 'costo zero' e possiamo dimostrarlo al premier Renzi. Solo concedendo la pensione 4 anni prima, con 62 anni d'età e 35 di contributi, ed una penalizzazione massima del 2% annuo e mandando in pensioni senza decurtazione alcuna tutti i precoci, che seppur anagraficamente ancora giovani, abbiano già maturato 41 anni di contributi, si permetterà quel turnover generazionale richiesto da tempo.

I giovani hanno il diritto di poter accedere al mercato del lavoro, 'giovani al lavoro, anziani in pensione', resta, infattiil motto di Cesare Damiano.

Il Premier Renzi, sotto pressione dei sindacati, dei cittadini, del Parlamento è uscito allo scoperto, dice Damiano, promettendo interventi nella prossima legge di Stabilità, ma l'APE, assegno anticipato,è attualmente una proposta del tutto insufficiente, che non tutela esodati, precoci e quanti vorrebbero andare in pensione senza accendere alcun prestito con la banca. La misura dovrà dunque essere strutturale, precisa l'onorevole dem, e dovrà tener conto delle richieste dei lavoratori precoci, risolvere il dramma degli esodati e permettere una flessibilità in uscita con una leggera, ma sostenibile visti gli importi già bassi degli assegni, penalizzazione. Il Premier Renzi ascolterà le parole di Cesare Damiano o l'unica via di fuga dal mondo del lavoro resterà l'APE?