Ha fatto parecchio discutere nei giorni scorsi la petizione lanciata da una mamma che proponeva la prosecuzione delle attività didattiche fino al 30 giugno: l’idea, che trae la sua origine dal modello francese in cui le vacanze sono distribuite in maniera diversa durante l’anno, ha subito raccolto consensi e polemiche, innescando un acceso dibattito. Se da una parte è vero che spesso i genitori occupati sono costretti ad affrontare ingenti costi in strutture private, dall’altra i docenti reduci dalla lunga ed estenuante maratona dell’anno scolastico, di andare avanti a oltranza non ne vogliono sentir parlare.

Nell’ambito di questo quadro è sopraggiunta oggi un’ennesima provocazione ad opera del dirigente scolastico Maurizio Parodi: a lavoro d’estate i docenti che lasciano i compiti per le vacanze, vacanze “forzate” per tutti gli altri.

Scuole in estate? A lavoro solo chi assegna compiti per le vacanze

Secondo Maurizio Parodi, dirigente scolastico autore della petizione “Basta compiti!” non ci sarebbe nulla di scandaloso nel prolungare le attività didattiche anche d’estate. Ai docenti – ricorda Parodi – spettano 32 giorni di ferie all’anno come tutti gli altri lavoratori, mentre i restanti periodi di vacanza ai quali sono abituati (estate, Natale, Pasqua) sono elargiti solo in quanto spettanti agli alunni, rendendo di fatto le ferie eccedenti tale periodo delle vere e proprie “vacanze forzate”.

In ragione di ciò e soprattutto in virtù della sua posizione anti-compiti delle vacanze, Parodi ha lanciato una nuova proposta provocatoria: più lavoro per i docenti (e quindi attività estive) non a tutti indiscriminatamente, ma solo a quei docenti che assegnano agli alunni i compiti per le vacanze. Tutti gli altri invece continuerebbero a godere dei periodi di vacanza come sempre accaduto.

Compiti per le vacanze, giusto assegnarli?

Si tratta senza dubbio di una provocazione da interpretare, più che come una proposta vera e propria, come un invito alla riflessione. È emerso infatti (a prescindere dai risultati) che gli studenti italiani passano sui libri molto più tempo dei loro colleghi europei, vivendo quindi la Scuola con maggior stress e tensione che spesso disincentiva la passione per lo studio che diviene così solo un noioso obbligo.

E nei periodi di vacanza accade talvolta che alcuni prof si scatenino assegnando compiti che “vanno a ledere il diritto al riposo dei bambini” con carichi a dir poco sproporzionati. In soldoni, l’idea di Parodi è la seguente: lasciare che i bambini scelgano autonomamente cosa leggere, mossi da un interesse autentico che possa promuoverne la loro indipendenza e stimolarne la curiosità, piuttosto che relegarli a completare pedissequamente un incarico assegnato.