La Scuola come un centro commerciale sempre aperto: la mattina, il pomeriggio, il sabato, ma anche nei giorni di vacanza perché no, anche d’estate. All’appello mancherebbero le domeniche, ma secondo qualcuno non è escluso che arrivino anche quelle. Lo scopo è quello di far sì che i nostri vecchi e fatiscenti istituti scolastici si facciano “un centro che si apre agli studenti e alle loro famiglie” diventando un luogo di aggregazione che va oltre gli spazi dedicati alla didattica. Luogo di ritrovo che dal mostro grigio e coercitivo possa diventare – come per magia – uno spazio di ritrovo sociale e di lotta alla dispersione: è questa l’idea alla base del progetto “La Scuola al Centro”, ultimo ritrovato di viale Trastevere.

Già quest’estate le prime “scuole al centro”

Si tratta di un progetto volto all’integrazione e alla rivalutazione delle periferie che coinvolga le scuole medie e superiori che prenderà il via “già quest’estate”, ha annunciato il Ministro Stefania Giannini ai giornalisti del Messaggero. Non solo: si tratterà per il momento di una fase sperimentale ma, “se andrà bene” ha tenuto a precisare il Ministro, ingloberà anche le domeniche. Così il Ministro pensa di svecchiare il sistema scolastico italiano guardando ai paesi del nord Europa: "Pensiamo allo sport, a scuole di musica, teatro. Ma anche vari laboratori artistici. Tutto quello che potrebbe interessare i ragazzi, farli divertire e toglierli dalla strada".

Prima fase solo nelle grandi città, da settembre al via sul territorio nazionale

Tanta carne al fuoco quindi, per un progetto per cui il Ministero ha già messo da parte circa 10 milioni di euro e che prenderà corpo a Milano, Napoli, Palermo e Roma, le città le cui periferie sono maggiormente a rischio dispersione scolastica.

Tuttavia, i giochi sembrano già fatti e attraverso lo stanziamento di ulteriori fondi a partire da settembre prossimo il progetto verrà attivato su tutto il territorio nazionale. Ogni scuola sarà dotata di un budget di circa 15 mila euro con cui finanzierà progetti di avvicinamento alla musica, attività sportive pomeridiane, laboratori artistici, corsi di lingua, corsi di recupero e tanto altro.

La protesta dei docenti: “non siamo baby sitter”

Tuttavia, a prescindere dalla bontà dell’iniziativa, la notizia è stata accolta con più di qualche borbottio. Infatti non è ancora chiaro quale sarebbero i ruoli (e soprattutto i compiti) del personale docente in un progetto di così vaste dimensioni. Subito è venuta in mente la petizione lanciata da una mamma che ha chiesto alla ministra Giannini che le scuole primarie restino aperte fino al 30 giugno o, come risultato da un’indagine della nota rivista “Donna Moderna”, che le scuole restassero aperte anche d’estate con attività extrascolastiche. Anche se su alcuni punti c’è ancora bisogno di maggiore chiarezza, maestre e insegnanti sono state chiare: “non siamo baby sitter e la scuola non è un parcheggio”