Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 15 giugno ci riportano le dichiarazioni di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che in onda su La7 durante la trasmissione DiMartedì ha fatto una nuova apertura nei confronti del ddl 857 di Cesare Damiano, come tra l'altro già aveva fatto in passato, proposta di legge che contiene anche quota 41, la soluzione dei lavoratori precoci. Ieri vi avevamo parlato del convegno a Verbania di Tito Boeri, con il presidente dell'Inps che sarà insieme ad Annamaria Furlan, segretario della Cisl, per parlare di previdenza.

Pensioni, l'apertura di Matteo Salvini

Le ultime notizie sulle pensioni hanno per protagonista Matteo Salvini, che torna a parlare di previdenza a poche ore dalla conclusione del secondo confronto tra governo e sindacati, dove si è discusso fondamentalmente dell'Ape, anticipo pensionistico. Da quanto dichiarato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, la proposta del governo per la flessibilità in uscita è quella di un prestito da restituire in 20 anni per chi intende uscire prima dal posto del lavoro ed è nato tra il '51 e il '55.

A questo proposito, il leader della Lega Nord ha affermato, anche con un post su Facebook, che la legge Fornero va cambiata. Una presa di posizione netta quella del numero del Carroccio, ribadita anche ieri in televisione.

Un concetto che gli elettori del Centrodestra hanno ben impresso in mente, dopo il tentativo, poi fallito, del referendum abrogativo promosso dalla Lega contro la riforma Pensioni promossa dal governo Monti.

Durante il suo intervento alla trasmissione DiMartedì condotta da Floris, Matteo Salvini è tornato a ripetere che voterebbe, anche domani, il ddl 857 di Cesare Damiano, parlamentare Pd.

Affermazioni non nuove quelle del (nuovo?) leader carismatico della coalizione di Centrodestra, dal momento che già in passato si erano registrate prese di posizioni identiche. Il problema è che il disegno di legge del presidente della Commissione Lavoro alla Camera non è preso in considerazione dal governo Renzi.

Che cosa c'è scritto nel ddl 857?

È lo stesso Damiano, in questi giorni, a ricordarcelo. Primo punto fondamentale è la pensione anticipata a 62 anni, a fronte di una penalizzazione del 2 per cento (massimo 8 per cento se si sceglie l'anticipo completo di 4 anni, circa la metà di quella prospettata con l'Ape). Inoltre l'età minima per andare in pensione scenderebbe a 62 anni anziché 63, come invece ripetuto ieri da Nannicini, presente anche lui al tavolo del confronto con i sindacati.

Quota 41, appuntamento al 23 giugno

I grandi assenti di ieri sono stati i lavoratori precoci. Il loro tema verrà discusso nel terzo incontro, previsto per la giornata di giovedì 23 giugno. Comprensibile lo scoramento, almeno iniziale, degli appartenenti al gruppo ufficiale su Facebook.

Alcuni di loro, facenti parte del comitato romano, erano davanti al Ministero del Lavoro per chiedere la giusta considerazione da entrambe le parti.

Dunque quota 41 per i lavoratori precoci rimane in stand by. La giornata decisiva, con tutta probabilità, sarà quella del 23 giugno. Una data importantissima per tutti coloro che ancora oggi chiedono a gran voce 'giustizia'. Mancano 8 giorni, poco più di una settimana, per la terza riunione. Sarà la volta buona? Se lo augura Damiano, se lo augurano tutti coloro che hanno preso a cuore la mobilitazione dei precoci.