Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 17 giugno ci riportano le dichiarazioni di Cesare Damiano in merito all'ultimo confronto tra sindacati e governo, con il parlamentare del Pd che torna a parlare dei lavoratori precoci e della pensione anticipata. Ieri vi avevamo riportato il pensiero di Tito Boeri sulla proposta dell'esecutivo. Il numero uno dell'Inps si è detto soddisfatto per il fatto che Renzi abbia deciso di affrontare in maniera seria la questione sulla flessibilità in uscita. Sempre ieri vi abbiamo riferito le parole di Maurizio Landini, che vuole aspettare ancora prima di giudicare l'Ape di Tommaso Nannicini.

Pensioni, il pensiero di Damiano dopo l'incontro di martedì

Le ultime notizie sulle pensioni vedono un Cesare Damiano fermo sulle sue posizioni, le stesse che va ripetendo da qualche mese a questa parte (se non un anno e più). Il presidente della commissione Lavoro alla Camera ha messo i puntini sulle "i" di fronte all'ultima riunione tra il ministro del Lavoro Poletti e i tre leader dei sindacati. Resta un punto fondamentale, quello sulla pensione anticipata a 62 anni e 7 mesi, vale a dire quattro anni di anticipo e non tre, come invece propone l'Ape.

L'anticipo di almeno 4 anni, con penalizzazione del 2 per cento per ogni anno, fino ad un massimo quindi dell'8 per cento, è la proposta originaria contenuta nel disegno di legge numero 857, di cui ampiamente si è discusso nei mesi scorsi, proposta che di recente è stata menzionata in televisione da Matteo Salvini, il quale si è disposto, così come in passato, a votare fin da domani il ddl Damiano.

La partita sulla flessibilità in uscita è evidentemente la più importante che si giocherà nelle prossime settimane, almeno fino a settembre, il mese fissato come deadline per trovare un accordo e una misura definitiva per l'introduzione della flessibilità nella Legge di Stabilità per il 2017, prima che le discussioni in merito al referendum costituzionale di ottobre mandino in soffitta il tema sulle Pensioni.

È evidente anche che Damiano e Boeri sull'Ape la pensino in maniera differente, visto che il primo continua a sottolineare i 4 anni di anticipo e la penalizzazione del 2 per cento per ogni anno, mentre il secondo ha di fatto commentato positivamente la riunione tra sindacati e governo del 14 giugno, dando il suo giudizio positivo alla proposta dell'esecutivo, che ricordiamo prevede un prestito di vent'anni con le banche con la penalizzazione che, di fatto, secondo le prime stime, si aggirerebbe nel peggiore dei casi intorno al 15 per cento.

Nessuna penalizzazione per i lavoratori precoci

Nell'intervento di ieri Cesare Damiano ha parlato anche dei lavoratori precoci, rimasti fuori dalla discussione di martedì tra Cgil, Cisl e Uil ed il ministro del Lavoro. Per questa speciale categoria di lavoratori l'esponente dem chiede non soltanto la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, vale a dire la famosa quota 41, ma anche che non subiscano alcuna penalizzazione al momento della loro uscita dal lavoro.

Il numero uno della commissione lavoro alla Camera non chiede solo quota 41 per i lavoratori precoci ma anche per chi svolge lavori usuranti. Per tutte le categorie di lavoratori più deboli, Damiano chiede una flessibilità previdenziale agevolata, includendo anche gli invalidi e chi il lavoro l'ha perso. In attesa del terzo incontro tra sindacati e Poletti rimaniamo in attesa di capire quale strada deciderà di intraprendere il governo.