Si potrà andare in pensione anticipata usufruendo di un prestito da restituire in 20 anni e senza ulteriori penalizzazioni. E’ questa l’idea del governo che è emersa dal primo atteso incontro con i sindacati sul tema della flessibilità dell’uscita dal lavoro.

Vengono sostanzialmente confermate le anticipazione che ipotizzavano un coinvolgimento di banche ed assicurazioni per garantire un prestito equivalente all’uscita anticipata da restituire con prelievi variabili dal 2 al 15 per cento dell’assegno pensionistico.

Flessibilità in uscita con un prestito da restituire in 20 anni

Il piano proposto dal Governo è stato illustrato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini, che ha quantificato in 10 miliardi di euro il costo dell’operazione e per questo si rende necessario il coinvolgimento di banche ed assicurazioni che dovranno, in pratica, anticipare i soldi necessari per l’erogazione dell’assegno a chi vorrà andare in pensione anticipata.

Questa possibilità sarà concessa ai lavoratori con almeno 63 anni e 7 mesi (un anno in meno per le donne) a cui mancano, quindi, tre anni per andare in pensione. In questi tre anni riceveranno dall’Inps un assegno, equivalente a quello della pensione, frutto di un prestito che il lavoratore dovrà restituire a partire da quando avrà maturato i requisiti previdenziali con trattenute variabili dal 2 al 15 per cento dell’assegno.

Non si tratterà, quindi, di penalizzazioni, come ha precisato Nannicini, ma di un ‘piano di ammortamento’ che terminerà dopo 20 anni, una volta ripagato il prestito.

L’ammontare della trattenuta sulla pensione sarà variabile a seconda della situazione del lavoratore: più alta per chi decide volontariamente di andare in pensione anticipata e più bassa per chi si trova in condizioni di difficoltà come, ad esempio, uno stato di disoccupazione di lunga durata.

Il prestito pensionistico così strutturato dovrebbe essere introdotto in via sperimentale per il periodo 2017-2019.

I prossimi appuntamenti tra governo e sindacati

La proposta è stata accolta favorevolmente dai sindacati che hanno ravvisato in essa un’inedita apertura del governo sul tema della flessibilità, anche se rimangono da affrontare altri temi come quello della rivalutazione delle Pensioni.

Un tema che sarà sicuramente sul tavolo nei prossimi incontri programmato per il 23 e il 28 giugno.

In queste date si metteranno a punto tutti i dettagli della proposta del governo sull’introduzione della flessibilità in uscita in modo da poter inserire il provvedimento nella legge di Stabilità 2017 che sarà presentata dopo l’estate.