Le esternazioni del ministro Stefania Giannini creano sempre molto scompiglio. In un momento così delicato non poteva essere altrimenti: la Scuola italiana sta attraversando una situazione delicata, complice anche il referendum che chiede l'abrogazione della legge 107/2015. Il ministro Miur afferma, però, che la supplentite sta progressivamente diminuendo e che molto è stato fatto grazie al progetto Buona Scuola. Queste parole non trovano fondamento nella realtà in quanto nell'anno scolastico 2015/2016 ci sono state quasi 116 mila supplenze. Stefania Giannini ha però asserito che nei prossimi tre anni verranno eliminate le supplenze che permarranno solo per periodi brevi.

In realtà i contratti a tempo determinato siglato nell'anno scolastico appena concluso sono un numero importante; i contratti sono stati firmati per coprire cattedre vuote e quindi vacanti. Non si capisce per quale motivo il ministro Giannini non procede alla loro assegnazione. Se così facesse, il Miur potrebbe avere a proprio vantaggio una stabilizzazione consistente e meno problematiche riguardanti all'abuso di precariato, situazione che spesso lo hanno visto coinvolto, anche negli ultimi tempi, in contenziosi legali.

Docenti precari: dato preoccupante

L'Anief, associazione che da sempre si batte per tutelare i docenti, propone come prima soluzione quella di assegnare le cattedre vacanti dal 30 giugno fino al 31 agosto.

Ma questa sarebbe solo una soluzione temporanea che non porterebbe una reale modifica della realtà odierna. Le numerose sentenze per le quali il Miur è stato sanzionato hanno portato anche a risarcimenti ingenti. Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, ha pagato un risarcimento complessivi anche per 1 milione di euro (suddivisi per un gruppo di docenti).

L'ultima sentenza ha visto il riconoscimento di 3.800 euro ad una docente precaria, sfruttata ingiustamente per anni. L'immissione in ruolo di docenti precari da anni sarebbe una soluzione che porterebbe alla risoluzione di due problemi: le numerose sentenze intentate al Miur non avrebbe più motivo di esistere e la disoccupazione, quindi al supplentite e il precariato, non sarebbe più un male tristemente noto del comparto scuola.