Era il 2015 quando la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità del blocco della perequazione voluto dal Governo Monti, il Ministro Fornero ed il loro Decreto “Salva Italia”. I Giudici Costituzionalisti intimarono al Governo di provvedere a sbloccare le Pensioni ferme alle cifre degli anni in cui lo spread faceva paura e nello stesso tempo, a risarcire i pensionati per il maltolto. La reazione del Governo fu il Bonus Poletti con i suoi rimborsi una tantum dello scorso agosto. A quasi un anno dal Decreto 65 che ha concesso rimborsi tra i 150 e gli 800 euro solo ad alcuni pensionati, la vicenda torna di dominio pubblico per via di una mozione depositata in Parlamento da Anna Bonfrisco ed altri senatori.

La risposta del Governo alla Consulta è insufficiente

Il capogruppo di Conservatori e Riformisti, la Bonfrisco,è la prima firmataria di questa mozione che torna su un argomento che la scorsa estate fu tra i più importanti sul tema previdenziale. La Consulta sancì che il blocco voluto dalla Fornero era incostituzionale, che le pensioni ferme e quindi senza i consueti aumenti per la perequazione, andavano sbloccate. Oltre questo, sempre i giudici sancirono che andavano rimborsati i pensionati vittima del blocco per tutti gli anni in cui il blocco stesso fu in azione. I pensionati interessati dalla vicenda, erano (e sono) quelli con assegni a partire da 2,5 volte il minimo stabilito dalla Legge.

Il Bonus Poletti erogò il rimborso solo con il rateo di pensione di agosto, solo a coloro che percepivano trattamenti lordi di pensione fino a 2.810 euro, mentre per chi percepiva anche un solo euro in più, nessun intervento riparatore fu previsto. Allo stesso modo sono state sbloccate le pensioni, anche se il termine sbloccate sembra eccessivo.

Infatti dal 1° gennaio 2016, poche decine di euro al mese sono state previste come aumenti per le pensioni fino a 6 volte il trattamento minimo. Per i promotori della mozione, la sentenza della Consulta non è stata pienamente recepita o attuata e pertanto chiedono al Governo di correggere il tiro.

La mozione in sintesi

La scorsa settimana la mozione è diventata ufficiale perché la Senatrice Bonfrisco l’ha depositata al Senato.

Secondo le motivazioni che hanno spinto a preparare questa mozione, Il Governo, intervenendo solo su alcune delle pensioni bloccate e soprattutto senza rimborsare tutto il maltolto ai pensionati, continua in una specie di illegittimità. In passato si è anche ipotizzato un nuovo intervento della Corte Costituzionale perché c’è chi auspica l’incostituzionalità del Bonus Poletti. Sarebbe assurdo che un intervento che mira a riparare un caso di incostituzionalità di un decreto, sia anche esso incostituzionale. Gli importi restituiti e lo sblocco concesso, secondo i promotori, coprono poco più del 20% di quanto hanno perso i pensionati. Questo, senza calcolare quello che viene definito effetto trascinamento, cioè il fatto che il blocco di quegli anni, porterà conseguenze per tutta la restante vita dei pensionati.

Il testo della mozione intima il Governo a intervenire già nella prossima Legge di Stabilità, completando i rimborsi per tutto quello che è stato tolto ai pensionati e adeguando le pensioni in base ai nuovi importi. Calcoli alla mano infatti, i pensionati che per esempio percepivano assegni da 1.500 euro lordi, hanno perso, fino ad oggi, circa 90 euro al mese di pensione.