La stagione turistica è nel pieno svolgimento e per i lavoratori stagionaliquesto è il momento in cui si accumulano i giorni utili a percepire il sussidio di disoccupazione che copre dal punto di vista reddituale l’inverno in cui le strutture balneari e di ricezione sono chiuse. Proprio la tipologia di lavoro rende questa categoria di lavoratori tra quelle più interessate al sussidio Inps, quello che dallo scorso anno si chiama Naspi. La discontinuità lavorativa e il breve periodo nell’anno solare in cui le strutture sono aperte rendono necessario il sussidio ai lavoratori.

La Naspi però così come è concepita penalizza molto questi lavoratori dal punto di vista della durata, ecco perché si cerca una soluzione normativa che li tuteli. Un’ottima notizia viene dalla Commissione Lavoro alla Camera, perché probabilmente anche il 2016 sarà salvaguardato per la categoria. Ecco le ultime notizie e come funzionerà la Naspi.

Problema durata

La Naspi, che è entrata in vigore dal 2015, prevede l’erogazione del sussidio per un numero di settimane pari alla metà di quelle che il lavoratore ha svolto negli ultimi 4 anni. In teoria, la sua durata massima può arrivare a 24 mesi, ma solo per i soggetti che hanno lavorato continuativamente per il quadriennio di osservazione. Per gli stagionali che lavorano di norma tra i 3 ed i 6 mesi all’anno, appare evidente che la durata scenda di molto.

Se alla discontinuità lavorativa si aggiunge il fatto che non vengono ritenuti utili al calcolo le settimane già coperte da vecchi sussidi (Aspi, Requisiti ridotti ecc..), il rischio è che per questi lavoratori, la Naspi si riduca alla metà delle settimane lavorate nel 2016, quindi a pochi mesi. Ecco perché sono nati comitati, gruppi Facebook e associazioni che spingono per trovare una soluzione al problema Naspi per gli stagionali.

Lo scorso anno il Governo intervenne con un provvedimento tampone, che bonificando i periodi coperti dai vecchi sussidi, consentì anche ai lavoratori stagionali una disoccupazione basata sul quadriennio precedente, ma per quest’anno, nulla è stato ancora fatto ed un intervento simile allo scorso anno è da escludere, come hanno più volte fatto trapelare dall’Esecutivo.

Risoluzione ok in Commissione, che sia la volta buona?

Qualcosa però sembra muoversi e visto che, tra settembre ed ottobre, probabilmente le domande di disoccupazione inoltrate all’INPS saranno molte, i tempi per intervenire sono ristretti. Giovedì 21 luglio in Commissione Lavoro alla Camera si è discusso su alcune proposte pervenute da Movimento 5 Stelle, Lega e PD. La Commissione ha approvato una risoluzione che di fatto è il sunto di tutte e tre le proposte arrivate per gli stagionali. Il documento per così dire unificato delletre proposte chiede al Governo di rivedere la durata della Naspi proprio per questa categoria di lavoratori. Essendo un documento che in Commissione ha ottenuto il consenso di tutte le forze politiche, forse è la volta buona che le caselle del puzzle vadano al loro posto.

La risoluzione spinge per consentire una durata della Naspi pari quanto meno ai mesi lavorati nella stagione attuale. Per farla semplice, lavorare 5 mesi da maggio a settembre, equivarrebbe a percepire 5 mesi di Naspi, al posto dei 2 o poco più che sarebbero stati erogati senza il correttivo. Nella risoluzione, poi, si fa riferimento anche ai lavoratori che come codice Ateco non vengono inseriti tra quelli stagionali. Anche per loro viene chiesto lo stesso trattamento di tutti gli altri stagionali. Apertura infine anche ai patti di servizio e alle adesioni alle iniziative predisposte dai Centri per l’Impiego durante i mesi di incasso del sussidio. In parole povere, nella risoluzione si accettano le regole di inclusione sociale che affiancano la Naspi, cioè i lavoratori accetterebbero di essere destinati a lavori di pubblica utilità, a partecipare a corsi di formazione ed accettare congrue offerte di lavoro.