La questione previdenziale è quella che tiene maggiormente alto l’interesse dell’opinione pubblica. In attesa di nuovi incontri e nuovi appuntamenti che sembrano già essere stati messi in agenda, aumentano sensibilmente le speranze per precoci, usuranti e così via. Una nuova nota del Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Damiano, continua a spingere sui temi più discussi di questi giorni. La contestuale apertura del Governo ad ascoltare le richieste ed a valutarle, fa il resto, ecco perché l’ottimismo non è azzardato.

Il punto al 13 luglio

Dopo che una delegazione di lavoratori precoci, quelli del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” è stata ricevuta dal Sottosegretario Nannicini, le speranze che quota 41 non sia più un sogno per i lavoratori è aumentata. L’apertura del Governo alle richieste dei lavoratori è sembrata totale, tanto da spingere ad un certo ottimismo. Sulle prerogative dei lavoratori precoci, il Governo si è detto disponibile a far valutare l’eventuale spesa pubblica dal proprio ufficio di ragioneria. Rispetto a qualche settimana fa, quando tutto sembrava fermo ai nastri di partenza, con il Governo bloccato sul suo Anticipo Pensionistico (APE) con Pensioni in prestito erogate dalle banche, la situazione sicuramente è migliore.

Naturalmente restano i vincoli di cassa e le difficoltà a trovare le coperture finanziarie adatte per il provvedimento, ma per i primi di agosto il Governo ha promesso di rendere pubblica la relazione dei propri ragionieri che darà notizie certe sulla fattibilità della quota 41. Ad oggi, dopo gli incontri Governo-Sindacati e dopo il summit con Nannicini, sono abbastanza chiari i nodi che il Governo cerca di sciogliere.

Oltre a quota 41, abbiamo le ricongiunzioni da rendere gratuite, l’APE, la cui restituzione del prestito deve essere accollata all’INPS per i disoccupati ed i disagiati redditualmente ed i lavori usuranti che devono avere un trattamento privilegiato nel momento di uscire dal lavoro. Tutte cose queste, confermate anche da Nannicini alla delegazione di precoci.

La nota di Damiano

Traendo spunto dai ripetuti incontri, il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano è uscito con una nuova nota dove continua a spronare il Governo al suo DDL 857. Tutti i punti in discussione infatti sono grosso modo quelli presenti nella sua proposta depositata in Parlamento già dalla scorsa Legislatura. Damiano continua a spingere per 4 anni di anticipo rispetto ai 3 previsti dall’APE. Inoltre niente banche ad erogare pensioni, ma deve essere l’INPS il soggetto pagatore senza prestiti. Necessario lavorare per ampliare il raggio di azione delle norme per i lavori usurati, permettendo a soggetti impegnati in attività particolarmente pesanti, di uscire in anticipo dal lavoro.

Per i precoci sarebbe interessante prevedere delle maggiorazioni contributive per gli anni di lavoro in tenera età, in modo tale da permettere più facilmente di raggiungere la soglia di contributi necessari alla quiescenza. Bene quindi quota 41, senza penalizzazioni e senza limiti anagrafici. Speranze poi sul fatto che il Governo voglia sganciare l’aspettativa di vita, quanto meno dal requisito contributivo. Infine la questione ricongiunzioni onerose, che in alcuni casi non permettono ai lavoratori di lasciare il proprio lavoro perché non hanno soldi a sufficienza per riunificare i loro periodi di lavoro in diversi fondi, in quello che poi erogherà la pensione.