Sul tema previdenziale, i problemi da risolvere sono tanti ed il tempo di intervento sta per scadere. Nonostante quello che spesso viene detto e proposto da più parti, interventi singoli nel mondo delle Pensioni sono sempre difficili da mettere a punto. Ecco perché in genere, il Governo usa intervenire su questo settore nelle manovre finanziarie. La prossima Legge di Stabilità deve essere proposta al Parlamento per la votazione, entro il 31 ottobre, per poter così essere approvata entro la fine dell’anno ed entrare in vigore dal 1° gennaio del prossimo anno.

APE, esodati, precoci, ricongiunzioni, estensione di opzione donna e tutte le altre necessità urgenti dal punto di vista previdenziale, se risposte avranno, le otterranno proprio nella consueta manovra di autunno.

Tra Legge Fornero e problematiche previdenziali

Una delle problematiche più sentite e più discusse è quella dei precoci. Questi soggetti sono coloro i quali hanno iniziato a lavorare piuttosto giovani ma che nonostante questo, si trovano ancora distanti dalla pensione per via dell’innalzamento delle soglie contributive necessarie alla pensione, inserite nella nostra Previdenza Sociale, dalla riforma Fornero. Si, sempre la Legge Fornero, quella che doveva essere cancellata, ma che negli ultimi tempi, sembra rimarrà in vigore ancora.

Infatti il Governo ha varato l’APE, l’anticipo pensionistico con pensione erogata da una banca e che poi dovrà essere restituita dai pensionati. Questa nuova misura creata nell’idea di dare flessibilità in uscita ai lavoratori, tutto fa tranne che cancellare la Legge Fornero.

Infatti sarà sempre a 66 anni e 7 mesi di età che il lavoratore andrà in pensione, solo che al posto di percepire la normale pensione che gli spettava, ne percepirà una ridotta a causa della rata da restituire per quanto percepito in anticipo con l’APE.

Tornando ai precoci, in genere lavoratori con un alto numero di contributi versati, le soglie stabilite dalla Fornero sono fissate a 42 anni e 10 mesi di contributi. Per i comitati ed i gruppi di lavoratori, questo numero è troppo elevato per chi è al lavoro da tanti anni. Dovrebbe essere concessa la famosa quota 41, cioè la pensione una volta raggiunti quegli anni di lavoro, senza limiti di età e senza penalizzazioni.

Passi avanti per quota 41?

Proprio in ottica quota 41 importante l’incontro di lunedì scorso tra una delegazione di lavoratori precoci e Governo, nella persona del Sottosegretario Nannicini. A dire il vero, l’incontro ha abbracciato tutte le problematiche previdenziali su cui si sta lavorando, ma sui precoci va registrata l’apertura del Governo a studiare una soluzione. Nannicini ha garantito che sarà dato alla Ragioneria di Stato il compito di valutare l’impatto di questa quota 41 sui conti pubblici e che già ad agosto i tecnici renderanno pubblica la relazione sulla fattibilità della misura.

Inoltre, si sta valutando un meccanismo moltiplicativo per i contributi versati prima della maggiore età dai lavoratori.

In pratica si valuta se e come considerare maggiormente ai fini pensionistici i contributi versati precocemente, in modo tale da consentire più facilmente ai lavoratori di arrivare a 42 anni e 10 mesi (via alternativa a quota 41?). Parliamoci chiaro, nonostante aperture, proposte ed un cauto ottimismo, il problema resta sempre lo stesso, le coperture economiche del provvedimento. I ragionieri stileranno un report sulla spesa necessaria, ma immaginare che il Governo trovi i soldi per la pensione anticipata ai precoci, quando per quella di vecchiaia si è inventata la pensione in prestito tramite le banche, proprio per carenza di fondi, sembra un esercizio ad oggi, azzardato. Difficile anche trovare coperture per rendere meno dura la rata a disoccupati e disagiati redditualmente figuriamoci un provvedimento come quello a cui aspirano i precoci.