Per la terza volta nel giro di sette mesi, la magistratura ordina il blocco di Whatsapp in Brasile. Quella in corso nello stato sudamericano e la più diffusa applicazione di messaggistica assume, ora, i connotati di una vera e propria guerra tra colossi, con le autorità locali che chiedono a Whatsapp di poter eccedere ai dati criptati e la compagnia, recentemente acquisita da Facebook, che difende la privacy dei suoi utilizzatori.

Il nuovo blocco di Whatsapp in Brasile

La motivazione con la quale il Tribunale di Rio de Janeiro ha ordinato il blocco della piattaforma di messaggeria istantanea in tutto il Brasile, è data dal rifiuto di Facebook, proprietaria di Whatsapp, di fornire alla polizia brasiliana il contenuto di messaggi ritenuti importanti nell’ambito di una inchiesta giudiziaria.

A partire da quest’anno, infatti, tutti i messaggi sono criptati e quindi visibili solo dai destinatari dei messaggi stessi.

La sospensione della piattaforma è stata ordinata a partire dalle ore 16:30 del 19 luglio e per un periodo indefinito, presumibilmente fino a quando non saranno consegnate alla magistratura le copie dei messaggi richiesti. Contemporaneamente, il giudice di Rio ha condannato Facebook a pagare una multa di circa 15 mila euro per ogni giorno che trascorrerà dalla sospensione alla consegna delle conversazioni.

I precedenti casi di blocco di Whatsapp in Brasile

Quest’ultimo caso sembra essere molto più difficile da risolvere delle precedenti ordinanze di blocco che si erano risolte con una revoca nel giro di poco tempo, grazie anche alle proteste degli oltre 100 milioni di utenti brasiliani.

Il primo caso di blocco, verificatosi nel dicembre 2015 ad opera di un magistrato dello stato di San Paolo, si era infatti risolto dopo sole 12 ore in seguito alle proteste degli utenti e ad un ricorso presentato dall’azienda.

Una sospensione del servizio di 72 ore era stato ordinato anche nello scorso mese di maggio per decisione dello stesso giudice che nei mesi precedenti si era spinto fino a richiedere l’arresto del vice-presidente di Facebook Brasile, accusato di ostacolare le indagini della polizia locale sul narcotraffico.

Vedremo nei prossimi giorni se l’ennesimo episodio della guerra tra la magistratura brasiliana e Whatsapp si risolverà a favore dei 100 milioni di utilizzatori o se questi saranno costretti a ricorrere ad una nuova app per i propri messaggi.

Da fonti ufficiali, queste le parole di un portavoce di WhatApp: "Siamo lieti che le persone in Brasile possano accedere nuovamente a WhatsApp.

La Corte Suprema ha respinto rapidamente il blocco, perché considerato sproporzionato e perché viola la fondamentale libertà di espressione delle persone. Nella sua decisione, il capo della giustizia ha sottolineato come le persone provenienti da tutto il Brasile, tra cui i membri della magistratura, si affidano a WhatsApp per comunicare con gli altri ogni giorno, e sono proprio loro che subiscono le conseguenze maggiori quando un servizio è bloccato. Speriamo che questo metta fine ai blocchi che hanno punito milioni di brasiliani e che la gente possa continuare a utilizzare servizi come WhatsApp per rimanere in contatto con le persone che contano per loro".