Antonello Armetta, avvocato del Foro di Palermo, e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, si occupa da anni di aiutare gratuitamente i suoi colleghi nella difficile preparazione dell'esame avvocato, seguendoli sia per il superamento degli scritti che degli orali. L'avv. Armetta, coadiuvato dall'Associazione dei Giuristi Siciliani, A.giu.s., di cui è co-fondatore e vice presidente, assiste i suoi colleghi, specie i più giovani ed i praticanti, nella loro attività professionale.Inoltre, A.giu.s. si batte da anni per un sistema di accesso alla professione più meritocratico e giusto.

Esame avvocato: intervista all'avv. Antonello Armetta

Quali materie consiglia di scegliere per l'orale esame avvocato?

Tra le materie che il candidato può scegliere ha l’obbligo di indicare, innanzitutto, una materia procedurale tra il diritto processuale civile ed il diritto processuale penale. Quasi tutti i candidati scelgono, in genere, la seconda sul presupposto che sia più semplice.In realtà, raccomanderei di scegliere la materia con la quale, per questioni legate alla pratica forense, si ha maggiore dimestichezza. E’ più facile per un civilista studiare procedura civile che procedura penale, e soprattutto può riuscire ad “arrampicarsi” meglio in caso di domanda inaspettata.

Quanto alle materie sostanziali, quasi tutti i candidati indicano il diritto internazionale privato, il diritto ecclesiastico, il diritto dell’unione europea: effettivamente sono materie meno impegnative e più brevi, e la relativa scelta è confacente all'esigenza di abbreviare i tempi di studio.

Come ultima materia, poi, la scelta tra diritto costituzionale, diritto del lavoro, tributario, commerciale, amministrativo, civile o penale è relativa alle singole preferenze ed alla passione che ciascuno di noi può avere per l’una o l’altra. In genere, però, costituzionale può rivelarsi meno impegnativa delle altre.

Non pensate che la Commissione vi promuoverà perché avete indicato le materie più pesanti: l’importante è arrivare preparati e soprattutto essere promossi.

Secondo Lei, come deve essere strutturato lo studio e quanto tempo occorre per prepararsi?

L'esame di avvocato è un dentro o fuori. Bisogna studiare con tutto il tempo a disposizione, come si faceva all'università se non di più, perché il tempo è poco. Certo, dipende dalla data in cui è fissato l’orale, ma anche chi ha ben cinque mesi a disposizione deve dare il massimo: negli ultimi giorni si ha sempre l’impressione di non ricordare nulla.

Non c’è un secondo appello se va male.

Quali sono i testi che consiglia per l'esame avvocato?

Anche qui, la scelta dipende dal tempo a disposizione. Per la procedura consiglio un buon manuale, di quelli universitari, ma anche la Giuffrè ne fa di abbastanza buoni. Per le altre materie i compendi (Simone) o i manuali brevi (Giuffrè) sono in genere sufficienti. Attenzione, però: se in commissione c’è un docente della materia è bene utilizzare un testo più completo, perché l’esame può avvicinarsi a quello universitario.

Quali sono i consigli che si sente di dare ai suoi colleghi?

Studiate e non abbiate paura, se avete studiato si passa. In ogni caso, all'esame avvocato bisogna essere lucidi: evitate dunque di studiare la notte prima dell’esame e arrivate lì sereni (per quanto possibile) e riposati.

Visto che le domande si ripetono, vi è la percezione da parte del candidato che chi sosterrà l’esame dopo risulterà avvantaggiato. Lei cosa ne pensa a riguardo.

Effettivamente è così, ma è inevitabile. Se le domande cambiassero costantemente si avrebbe disparità tra i candidati. In ogni caso, l’esame di avvocato richiede sì molto impegno, ma richiede una preparazione inferiore a quella universitaria. Se darete il meglio di voi stessi non avrete problemi, e le percentuali altissime di promossi all'orale lo confermano.

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