Lavoro, maggiori opportunità per i ragazzi con "Garanzia giovani"

Trovare lavoro per i ragazzi tra i 15 e i 29 anni è diventato più facile con il piano finanziato dai fondi europei "Garanzia giovani", un progetto che offre opportunità di formazione e inserimento professionale ai più giovani. In un periodo di crisi in cui il passaggio all'età adulta e la formazione di una famiglia risultano ritardati, anche a causa del lento inserimento professionale, il Governo ha agito avviando sia il Jobs Actche "Garanzia giovani" per accrescere l'occupabilità dei così detti Neet, i ragazzi sotto i trent'anni che non studiano e non lavorano.

Secondo il rapporto Isfol i risultati del piano europeo avviato nel 2014 sono incoraggianti: un terzo dei giovani che ha richiesto questo servizio ha trovato lavoro a un mese della conclusione del percorso, il 40% a tre mesi e il 43% a sei mesi. In genere viene garantito un contratto da dipendente, ma sono disponibili soluzioni anche per il lavoro autonomo e la formazione professionale: il documento mette in evidenza che il numero di occupati sul totale degli iscritti è quasi raddoppiato dal 30 settembre 2015 al 31 marzo 2016.

"Garanzia giovani", più fiducia verso il futuro

Per la maggior parte gli iscritti hanno conosciuto il programma grazie ad amici, parenti e conoscenti o rivolgendosi a centri per l’impiego, agenzie per il lavoro e centri per l’orientamento e il lavoro; in molti hanno trovato le informazioni necessarie su Internet il ruolo di web, social network e dei media.

Con questi provvedimenti il Governo ha cercato di migliorare la situazione lavorativa dei giovani, mettendo le basi per un clima di fiducia che può favorire un circolo virtuoso a livello sociale: maggiore stabilità porta sicurezza, come rilevato in un altro documento, il Rapporto giovani che rileva la propensione degli intervistati (oltre 9mila giovani) a diventare genitori nel giro di un anno o nel breve periodo, all'incirca tre anni dall'intervista; dati che evidenziano una maggiore fiducia nella risoluzione della crisi rispetto al 2012.