La manovra avanzata dall'Esecutivo di comune accordo con le rappresentanze dei lavoratoriha lasciato ancora una volta a bocca asciutta quanti si aspettavano il riconoscimento dell'equanime opportunità di accedere alla pensione dopo quarantun'anni di regolare versamento dei contributi. Nel corso dei plurimi vertici Governo-sindacatidei giorni scorsi, il famigerato provvedimento Quota 41 non ha di fatto trovato spazio né da un lato né dall'altro del tavolo. A tutt'oggi impegnate nel ritocco degli ultimi dettagli del piano APe, le parti al centro del dibattito si sono dette pronte alla riscrittura dell'intera riforma Pensioni in cui tuttavia non figurerà alcunaccenno alla questione precoci.Sul piede di guerra anche Cesare Damiano, notoriamente impegnato nella battaglia all'introduzione di opzioni a vantaggio della categoria.
Le lamentele
Come si legge nel lungo post-appello pubblicato sul gruppo FacebookLavoratori precoci a tutela dei propri diritti, richiesta a gran voce è l'approvazione di un progetto simile a quello annunciato nei giorni scorsi da Tommaso Nannicini. Riportiamo di seguito il contenuto della lettera:
"Egregio Dott. Nannicini,
Contrariamente a quanto da Lei promesso, nel corso dei vertici coi sindacati non è stata mai fatta menzione alcuna delleistanze da noi poste in riferimento al prepensionamento per i precoci. Volendo evitare lo scontro, a cui certissimamente si arriverà in caso di ulteriore rifiuto, si auspica che entro settembre giungiate a una soluzione che includa quantomeno la modifica della legge Fornero [...]".
Legge Fornero sì, dunque, ma soprattutto Quota 41: il giorno 6 luglio avverrà la consegna della petizione a sostegno del d.d.l. 857 a cui farà seguito l'attesa conferenza stampa del Presidente della Commissione camerale Lavoro Damiano. Si prevede saranno sollevate richieste anche in ambito esodati e usuranti, come pure sarà oggetto di discussione l'indicizzazione delle minime e le ricongiunzioni onerose.
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