Anche in pieno agosto si continua a parlare di riforma pensioni: novitàarrivano da un'intervista rilasciata da Tommaso Nannicini, il sottosegretario bocconiano di Renzi, il quale ha dichiarato quale sarà la tempistica non solo dell'APE, l'intervento più importante, ma anche delle altre misure che si intende mettere sul tavolo. Si è parlato anche di tempistica: alcuni provvedimenti saranno approvati prima, probabilmente anticipando anche la legge di bilancio (la ex legge di stabilità), mentre nel 2017 dovrebbe partire la 'fase B' della riforma Pensioni con al centro il nodo del passaggio al contributivo per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1995, il nodo dei lavori usuranti e dei lavoratori precoci.

Nelle intenzioni, si tratterebbe di una riforma previdenziale complessiva che dovrebbe dare un nuovo volto al sistema pensionistico italiano.

La 'fase A' della riforma pensioni: novità oggi 8 agosto

Quella che possiamo definire la 'fase A' della riforma pensioniprevede soprattutto la messa in campo dell'APE, il prestito pensionistico che dovrebbe facilitare l'uscita anticipata. La prima novità riguarda proprio l'anticipo: nel 2017 potrebbe salire già a 3 anni e 7 mesi contro i 'soli' tre anni previsti fino ad ora. Ma come funziona l'APE e quali sono i costi per il lavoratore e per lo Stato? L'APE si configura come prestito pensionistico: il lavoratore riceverebbe dalle banche un 'prestito' che gli pagherebbe la pensione prima del raggiungimento dell'età pensionistica prevista dalla legge Fornero; una volta raggiunta l'età, il lavoratore restituirebbe il debito con una rata ventennale.

La penalizzazione sarebbe doppia: la prima potrebbe essere tra l'1% e il 5% per ogni anno di anticipo (sulla base del reddito) e la seconda riguarderebbe i tassi d'interesse da ripagare sul debito. Su questa seconda voce interverrebbe lo Stato per i redditi più bassi. In parole semplici, la riforma pensioni e l'uscita anticipata sarà pagata dal neopensionato, mentre lo Stato 'aiuterebbe' soltanto chi ha redditi molto bassi.

Riforma pensioni, novità oggi 8 agosto: la 'fase B'

La 'fase B' della riforma pensionidovrebbe partire nel 2017 e riguardare soprattutto il nodo del passaggio al contributivo, le mansioni usuranti e i lavoratori precoci. Al momento chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, può usufruire dell'uscita anticipata soltanto se il proprio reddito di pensione superi di 3 volte il minimo: si vorrebbe lavorare a rendere meno stringente questo vincolo.

La seconda parte della 'fase B' sarebbe dedicata a un ripensamento complessivo della dimensione di 'solidarietà': secondo quanto dichiarato da Nannicini, il 2017 dovrebbe essere l'anno degli interventi sui lavori usuranti (quali devono essere considerati tali – con possibile allargamento della platea) e sui cosiddetti lavoratori precoci che hanno iniziato la loro attività da 'minorenni'. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.