Finita la pausa estiva, il lavoro sulle Pensioni torna a tenere banco e presto inizieranno i nuovi appuntamenti che erano stati già fissati, i nuovi incontri sempre sul tema previdenziale tra Governo e parti sociali. Nelle ultime settimane il clima su quello che si farà nella Legge di Stabilità è stato alquanto negativo. Dopo le notizie sulla crescita e sul PIL che contrariamente a quello che si pensava, sono di segno negativo, le probabilità che tutti i soggetti interessati da una mini riforma delle pensioni, vengano accontentati sono scarse. Ad oggi solo l’APE resta in piedi come idea di Governo e questa non è una novità perché la misura è nata all’insegna dello spendere poco in termini di soldi pubblici.

Per gli altri interventi invece, pur di non disattendere le speranze di chi si aspetta interventi, il Governo medita interventi ridotti, sempre parlando di stanziamenti.

Tutto ruota intorno al 12 settembre

Ci dovrebbero essere due incontri, il giorno 6 e 7 settembre con argomento rispettivamente le pensioni ed il lavoro, ma la data cruciale almeno per il tema previdenziale, sarà quella del 12 settembre. Infatti quel giorno, il Governo presenterà il pacchetto previdenziale, cioè l’insieme di interventi sulle pensioni che saranno inserite nella prossima Legge di Stabilità di ottobre. A dire il vero anche l’aggiornamento del DEF, previsto per fine mese, risulterà determinante per capire le cifre che saranno destinate al capitolo pensioni, ma il piano del Governo dovrebbe essere reso pubblico lunedì 12.

Per i precoci, i lavoratori che hanno iniziato a lavorare molto giovani, si è passati dalla speranza di vedersi accontentare su quota 41, alla concessione del bonus contributivo per versamenti sotto i 18 anni di età, per finire al nulla di fatto. Infatti sembra che le prerogative dei precoci non saranno inserite nel pacchetto previdenziale e saranno probabilmente rimandate a interventi a 2017 in corso, anche se a dire il vero quando si tratta di pensioni, interventi seri difficilmente escono fuori dal contenitore generale che è la manovra finanziaria annuale.

Ad oggi comunque, il massimo che ci si può aspettare è la maggiorazione del valore dei contributi versati da minorenni, un bonus tra il 40 ed il 50% in più, ma solo per quegli anni di versamenti.

Speranze per gli usuranti?

Un altro spinoso tema è quello dei lavoratori impegnati in attività particolarmente pesanti, i cosiddetti lavori usuranti.

Per questi la normativa attualmente vigente prevede l’uscita anticipata dal lavoro, ma l’elenco di lavoratori che rientrano tra quelli che l’INPS riconosce impegnati in attività usuranti, ha bisogno di essere sistemata. Allo stato attuale delle cose, sembra che l’idea sia di estendere l’anticipo della pensione anche a lavoratori edili o impegnati in lavori in altura, su impalcature, gru e simili. Ci sarebbero però categorie che andrebbero riconosciute in egual modo come i medici. Oggi l’età media dei dottori al lavoro nei nostri ospedali è abbondantemente sopra i 50 anni e la Fornero nel comparto sanità ha fissato il paletto di uscita a 68 anni. I sindacati, come per esempio l’UGL hanno sottolineato come anche negli asili nido e nel campo dell’assistenza agli invalidi sarebbe necessario mandare prima in pensione gli addetti, per tutelare la sicurezza degli ospiti delle strutture.

Altre categorie di lavoratori che chiedono tutela sono i vigili urbani ed i postini. Secondo studi statistici infatti, per esempio, i vigili urbani vivono mediamente 8 anni in meno degli altri lavoratori. In definitiva, tante le persone che da tutelare ma difficilmente saranno accontentati tutti perché è vero che il Governo, smentendo gli allarmismi sul PIL e sulla mancata crescita, ha in mente di aumentare le cifre di cui si parlava inizialmente per le pensioni, portandole da 1,5 a 2,5 miliardi, ma calcolando che oltre la metà saranno per l’APE, potrebbe restare ben poco per le altre esigenze.