Primo appuntamento in calendario in archivio: si tratta dell’ennesimo confronto tra Governo e sindacati sul tema previdenziale, con l’obbiettivo di preparare al meglio i provvedimenti che i cittadini si troveranno in Legge di Stabilità ad ottobre e con i quali dovranno iniziare a familiarizzare l’anno prossimo. Il confronto di oggi era dal Sottosegretario Nannicini, rappresentante del Governo che sta lavorando proprio su questa materia, la previdenza. Ecco cosa è fuoriuscito dall’incontro, soprattutto per l’APE che sembra abbia messo tutti d’accordo.

Anticipo senza aspettativa di vita e senza costi per qualcuno

Come funzionerà l’APE , da tempo è una cosa largamente risaputa. Banche, assicurazioni e pensioni in prestito sono una cosa a cui piano piano i lavoratori si stanno abituando. Questa è la risposta che il Governo ha già predisposto alla richiesta di flessibilità del sistema pensionistico, o almeno è l’unica che può permettersi di predisporre dal punto di vista finanziario. Il problema però era capire cosa si potesse fare per renderla meno gravosa in termini di penalizzazione di assegni quando sarà il momento di restituire il prestito. Ecco che l’incontro di oggi è stato molto importante e molto chiarificatore su questi aspetti.

Il Sottosegretario Nannicini ed i sindacati, come riporta una news del quotidiano “la Repubblica”, hanno trovato la sintesi, eliminando il fardello dei 7 mesi di aspettativa di vita e quindi rendendo l’APE fruibile dai 63 anni esatti.

Anche se tecnicamente diverso, il provvedimento si avvicina alla proposta Damiano che prevedeva l’anticipo di 4 anni rispetto ai 66 anni e 7 mesi che ci ha lasciato in eredità la Fornero. Un lavoratore potrà lasciare il lavoro 3 anni e 7 mesi prima del limite vigente per la vecchiaia, accettando l’APE. In più si è deciso di rendere l’anticipo a costo zero per soggetti disagiati, quindi disoccupati di lunga data e pensionati con assegni fino a 1.200 euro netti al mese.

In parole povere, grazie al meccanismo delle detrazioni, questi lavoratori non pagheranno in prima persona la rata di prestito da restituire quando andranno per davvero in pensione. Per questi se ne occuperà lo Stato, mentre per gli altri sembra si vada verso una rata di 60 euro al mese per un anno di anticipo fino ad un massimo di 200 euro al mese per l’anticipo massimo.

Precoci, usuranti e ricongiunzioni

L’APE quindi è pronta, si attende solo l’ufficialità delle cifre, cioè lo stanziamento di denaro in Stabilità, che probabilmente sarà messo nero su bianco il prossimo appuntamento fissato per il 21 settembre, all’indomani dell’aggiornamento del DEF, il Documento di Economia e Finanze. L’APE comunque non sarà ancora strutturale, ma sarà sperimentale (2 anni), perché si dovranno vedere la reazione del popolo dei lavoratori a questo provvedimento, ma soprattutto per verificare i numeri delle adesioni. Oltre che di APE, nell’incontro si è parlato anche delle altre problematiche previdenziali. I sindacati hanno sottolineato come nella riforma ci potrebbe essere spazio anche per una misura a favore dei lavoratori precoci, con il bonus contributivo per i versamenti contributivi sotto i 18 anni.

Stesso discorso per l’ampliamento dei lavori usuranti, tra i quali dovrebbero rientrare gli edili e le maestre d’asilo. Sempre in questa categoria, si cercherà di eliminare i paletti dei 7 anni, cioè del periodo di lavoro usurante svolto negli ultimi 10 anni di carriera. Su precocied usuranti però, il discorso è ancora aperto perché c’è ancora disparità di vedute ed un confronto ancora aperto. Resta in piedi anche se non ancora confermata la ricongiunzione gratuita dei contributi per chi ha avuto una storia lavorativa discontinua con versamenti in diverse casse previdenziali.