Il puzzle sta per completarsi. Alcuni tasselli risultano ancora mancanti. Tra questi un bonus e la cosiddetta quota 41. Entrambi rispondono ad una macro-categoria, quella dei lavoratori precoci. Entrambi giocheranno un ruolo fondamentale nei prossimi incontri per le Pensioni. Sia tra governo e sindacati, sia tra Nannicini e la stessa categoria, come confermato da quello che possiamo definire il rappresentate, a livello "istituzionale", dei precoci nei confronti con l'esecutivo e non. Le ultime novità sulle pensioni dei lavoratori precoci aggiornate ad oggi 2 settembre hanno per oggetto le dichiarazioni di Ivan Pedretti (Spi-Cgil), che ha nuovamente fatto riferimento al delicato tema delle pensioni, aprendo di fatto all'eventualità della mobilitazione.

Non solo però, perché dal gruppo "ufficiale" Facebook arrivano importanti segnali di incoraggiamento verso tutte le persone che hanno accettato di lottare per avere quota 41. Gli incontri con il governo non sono terminati. Tra il 9 e il 15 sarebbe infatti previsto un nuovo colloquio con Nannicini, l'ideatore del bonus contributivo.

Pedretti (Spi-Cgil) e la mobilitazione

"Sedici milioni di pensionati - esordisce Pedretti - in Italia attendono risposte, da troppo tempo - sottolinea il segretario dello Spi, sindacato pensionati italiani - ormai. Se - prosegue - non ci saranno siamo pronti anche a mobilitarci". Le notizie sulle pensioni per i precoci aggiornate ad oggi riflettono la situazione generale nel nostro Paese.

Nulla è cambiato rispetto ad un anno fa. L'attesa continua ad essere il refrain per milioni di pensionati, tra cui gli stessi lavoratori precoci, inseriti nella speciale piattaforma ideata dai sindacati, tra cui la Cgil, una piattaforma comune che doveva rappresentare la richiesta ufficiale al governo. Che cosa è rimasto di questa?

Da quota 41 per tutti si è passati al bonus contributivo di 4/6 mesi per "pochi". Da un modello di pensione anticipata che ricalcava quello studiato da Cesare Damiano ed inserito disegno di legge numero 857 all'Ape, criticato comunque fortemente dai sindacati, e non solo. Ecco riecheggiare, adesso che siamo a settembre, la mobilitazione.

A quale pro? Domanda che si pongono in diversi lavoratori, che continuano a ricordare ai vari leader dei sindacati il famoso post Fornero. Una sveglia tardiva, che sta presentando il suo conto anche quest'anno. Sì alle modifiche alla riforma, ma rischiano di non bastare.

Quota 41 per tutti al capolinea

Fin da piccoli ci hanno insegnato che la matematica non è un'opinione, contrariamente al marasma generale in cui viviamo e con cui ci confrontiamo ogni giorno. E se la matematica, come è vero, non è un'opinione, possiamo già certificare il binario morto della quota 41 per i lavoratori precoci. Il varo della misura avrebbe dei costi tra 1,2 e 1,8 miliardi di euro, vale a dire più della metà o quasi tutta la spesa prevista dal governo per il pacchetto pensioni da inserire nella legge di Stabilità per il 2017, fissata come saprete a 2 miliardi di euro.

Sì all'Ape, sì anche all'aumento delle pensioni minime, sì alle ricongiunzioni gratuite, "nì" all'innalzamento della no tax area. Ed i 2 miliardi sono terminati. Gli altri interventi vengono dunque rinviati. Tra questi, va da sé, quota 41. Qualche speranza in più invece per il bonus contributivo, che potrebbe rientrare nei 650 milioni di euro previsti per l'anticipo pensionistico. Per seguire gli ultimi aggiornamenti sulle pensioni cliccate Segui in alto a destra.