A meno di nuovi rinvii e sorprese dell'ultima ora, il tavolo tra sindacati e GovernoRenzisulla riforma dellePensionianticipate, dove si discuterà in particolare della cosiddetta APE, si terrà il prossimo 27 settembre. Palazzo Chigi, nella persona del Ministro Giuliano Poletti, ha spiegato così i motivi del rinvio: "Una settimana in più può tornare utile. Abbiamo fatto un buon lavoro e la ricalendarizzazione dell’incontro consentirà ulteriori approfondimenti. Serve un lavoro fatto bene tra governo, Inps, Inail e tutti gli enti interessati per avere tutti i numeri in mano.

E poi potremo decidere. Non vogliamo fare degli esodati dell’Ape". Non solo prepensionamento(nelle forme del prestito pensionistico) tra le ultime notizie di oggi 22 settembre 2016, ma anchei lavoratori precoci in attesadisapere se la cosiddettaQuota 41 verrà inserita nella manovra legata alla Legge di Stabilità.

A chi spetta l'Ape Social? Questo il motivo del rinvio

Per il Giornale.it di Alessandro Sallusti, in un articolo apparso ieri in rete, lo spostamento del vertice e le dichiarazioni di Poletti nascondono (nemmeno tanto: "Non vogliamo fare degli esodati dell’Ape") il timore del Governo di non avere abbastanza risorse per la riforma: paura, questa, che porterebbe a una riduzione dei destinatari della cosiddetta Ape Social.

Così ancheIl Sole 24 Oreche mette in luce come il rinvio del vertice da parte del Governo servirà anche per "definire le platee di accesso" all'Ape Social, ovvero l'anticipo a costo zero(perché a carico totale dello Stato). Dell’Ape concordata in caso di crisi o ristrutturazione aziendale, se appare chiaro che dovranno farsene carico anche i datori di lavoro, restano ancora incerte forme e portata, da definirsi non per legge ma in sede di accordi sindacali.

Di fondamentale importanza, allora, è il confronto con le parti sociali, confronto che proseguirà ancora qualche giorno (dato lo slittamento dell’incontro tra Governo e sindacati al 27 settembre). Nulla cambia per l’Ape volontaria, destinata a chi sceglie l’anticipo fino a 3 anni e 7 mesi da rimborsare nei 20 anni di pensionamento successivi.

Precoci, incontro 27-9: arriveranno risposte o no?

Tra i temi della discussione, uno dei più accesi è quello che interessa i lavoratori precoci, persone che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che chiedono la cosiddetta Quota 41, ovvero di uscire dal mondo del lavoro una volta raggiunti i 41 anni di contributi, anziché gli attuali 42 e 10 mesi previsti dalla Fornero. A queste richieste, il Governo sembra intenzionato a rispondere con il cosiddetto bonus contributivo di 3 o 4 mesiper i versamenti effettuati dai 14 ai 18 anni. Ma, nonostante l'ottimismo dei sindacati, tutto lascia pensare che ne' un compromesso ne' una soluzione, almeno per il momento, ci sarà. Fatto sta, che i lavoratori precoci, dando credito a una recente dichiarazione di Polettiriportata da un'Ansa, attendono risposte sul loro futuro dall’incontro della prossima settimana tra Governo e sindacati.

Per non pedere nessuna delle nostre news riforma pensioni, invitiamo i lettori a cliccare sul tasto "segui" in alto (sopra il titolo dell'articolo).