In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, invocata all’unisono e tra i prossimi appuntamenti in agenda, nel nuovo Decreto Sostegni bis il Governo darà cittadinanza ad un pacchetto di misure afferenti il mondo del lavoro e necessarie per la ripartenza dell'economia e (soprattutto) per scongiurare gli effetti dell'imminente sblocco dei licenziamenti. Tra le misure in arrivo con il nuovo decreto sostegni, particolare attesa suscita il cosiddetto contratto di rioccupazione, già preannunciato dal Ministro del Lavoro Orlando. Se Orlando anticipa i temi del pacchetto lavoro, Mario Draghi conferma, in occasione del suo discorso agli Stati generali della natalità, che il Decreto Sostegni vedrà la luce questa settimana.

Nella stessa occasione, Il Presidente del Consiglio ha anche ribattezzato l'imminente Decreto Sostegni-bis, come decreto “Imprese, lavoro, professioni”.

Il contratto di rioccupazione: come funziona la misura

Il Decreto Sostegni aveva disposto la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno 2021, mentre il blocco è esteso al 31 ottobre 2021 per le aziende che ricorrono agli ammortizzatori sociali con causale Covid. Se l’ipotesi di un’altra proroga generalizzata si allontana, è in arrivo un’altra misura, e cioè il cosiddetto Contratto di rioccupazione per fronteggiare gli effetti negativi della pandemia sul mercato del lavoro.

Il contratto di rioccupazione dovrebbe trovare applicazione per tutti i settori, e ciò anche allo scopo di limitare gli effetti drammatici conseguenti alla perdita di posti di lavoro per lo sblocco dei licenziamenti.

E pertanto sarà destinato principalmente al reinserimento di disoccupati nella fase di ripresa di attività post pandemia. Il contratto di rioccupazione prevede un periodo di prova di sei mesi, legato alla formazione dei neo-assunti e ad uno sgravio contributivo del 100%. In particolare, il datore di lavoro che assumerà con questo contratto non dovrà pagare i contributi durante il periodo di prova, ma tale sgravio andrà restituito se, in seguito, il lavoratore non verrà assunto.

In caso di prosecuzione del rapporto all'esito del periodo di prova, invece, il contratto proseguirà come ordinario contratto a tempo indeterminato.

Nel decreto Sostegni bis dovrebbero inoltre trovare cittadinanza anche altre misure, in particolare quelle destinate alle imprese del commercio e del turismo, settori questi fra i più colpiti dalla pandemia e da tutte quelle misure restrittive, lockdown in primis, volte al contenimento dei contagi e a limitare gli effetti nefasti del propagarsi del nuovo coronavirus.

Il Contratto di espansione

Voluta dal titolare del dicastero del Lavoro, il ministro Andrea Orlando, nel decreto Sostegni bis troverà spazio anche una modifica al contratto di espansione. Introdotto in via sperimentale dal Decreto Crescita per gli anni 2019-2020, il contratto di espansione era originariamente destinato alle imprese di grandi dimensioni che volevano avviare processi di reindustrializzazione e di riorganizzazione indirizzati nella direzione dello sviluppo tecnologico. La legge di Bilancio per il 2021 ha poi prorogato il ricorso allo strumento estendendolo alle imprese con un organico almeno pari a 500 dipendenti (250 per il prepensionamento). Ora il Decreto Sostegni bis dovrebbe produrre un nuovo allargamento del numero delle imprese per le quali diventa possibile accedere allo strumento, e ciò grazie all’ennesimo abbassamento della soglia di accesso, ridotta alle 100 unità di personale.

Il contratto di espansione consente gli esodi incentivati ai dipendenti fino a cinque anni dalla pensione, favorendo così anche il turnover generazionale e le nuove assunzioni.

Contratto di solidarietà e altre misure

Tra le contromisure per fronteggiare la fine del blocco dei licenziamenti - misura, quest'ultima, introdotta dal Governo Conte bis sin dai primi mesi della pandemia - assume un ruolo di primo piano anche il Contratto di solidarietà. La finalità di questo strumento, come nel caso del contratto di rioccupazione, è limitare il più possibile gli effetti drammatici della pandemia sul mercato del lavoro. Ma, in questo caso, cercando di giocare d'anticipo rispetto alla perdita del posto di lavoro.

Le aziende, in presenza di un calo del 30% di fatturato potranno stipulare un contratto di solidarietà che porta la retribuzione al 70% (rispetto al precedente indennizzo fissato al 60%), prevedendo comunque precisi impegni da parte delle imprese circa il mantenimento dei livelli occupazionali, presi al momento della sottoscrizione dell'accordo collettivo con le rappresentanze sindacali.

Nel nuovo decreto troverà spazio anche un bonus per i braccianti agricoli. A darne conferma è il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli. Al riguardo, il ministro ha dichiarato che: le misure “sono definite, il testo è pronto, ci sarà un sostegno ai braccianti: non era pensabile che rimanessero fuori da un sostegno che ha dato garanzie a molti stagionali, ma che aveva lasciato fuori i braccianti agricoli che, come altri, hanno pagato la crisi che ha colpito tutte le produzioni”.