È stato proclamato dai sindacati USB, UNICOBAS e USI il primo sciopero generale contro la riforma della scuola e le politiche del governo Renzi per la giornata del 21 ottobre 2016 con conseguente manifestazione nazionale nella giornata seguente. Si parla già di autunno caldo nel paese e nella Scuola: nel paese, perché c'è in ballo la riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi in persona e che ha diviso l'opinione pubblica; nella scuola, perché la riforma della 'Buona scuola' non avrebbe dato buona prova di sé. Sullo sfondo, resta la questione del referendum abrogativo di alcune norme della 'Buona scuola' (soprattutto, la chiamata diretta): ebbene, i Comitati LIP annunciano che forse non si è riusciti a raggiungere il numero adeguato di firme.

USB, UNICOBAS e USI: sciopero generale 21 ottobre 2016

Lo sciopero generale del 21 ottobre è stato indetto contro tutte le misure del governo Renzi dalla politica economica alla politica scolastica. Nel comunicato dei sindacati, le motivazioni sono le seguenti: innanzitutto la questione del referendum e l'invito al 'NO' alla riforma costituzionale di Matteo Renzi; si manifesta poi contro la 'controriforma Fornero', il Jobs Act, l'abolizione dell'articolo 18 ma anche a favore del rinnovo del contratto degli statali, per l'aumento di pensioni e salari e per il reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda il mondo della scuola, si sciopera contro le politiche della 'Buona scuola' e in vista di un reale impegno per la crescita e il potenziamento della scuola pubblica.

L'autunno caldo, insomma, potrebbe iniziare il 21 ottobre: bisogna vedere quale sarà la risposta del comparto scuola.

Comitati LIP e referendum contro la 'Buona scuola'

I Comitati Lip hanno rilasciato un comunicato di risposta alla richiesta dell'USB di partecipare allo sciopero generale del 21 ottobre: se concordano con le idee di fondo che muovono la mobilitazione, il comunicato si incentra anche su un altro problema, quello del referendum abrogativo di alcune norme della 'Buona scuola'.

Sembra, infatti, che le firme raccolte possano non essere sufficienti per portare avanti il referendum e così l'invito è quello di provare a ricompattare il mondo della scuola, diviso e frammentato dalle politiche scolastiche del governo Renzi che hanno messo gli uni contro gli altri i docenti di differenti categorie e provenienze. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.