Il mese di ottobre è ormai alle porte e i sindacati preparano numerosi scioperi. In programma avremo diverse agitazioni nel settore dei trasporti pubblici, ma non mancheranno neppure le proteste nel mondo della Scuola. Dopo la manifestazione dello scorso 15 settembre, proprio nei giorni in cui riprendevano le lezioni al rientro dalle vacanze estive, andrà in scena uno stop nazionale a livello generale, che andrà a coinvolgere anche altri lavoratori del settore pubblico e privato. La data da segnare in rosso sul calendario è quella del 21 ottobre, un venerdì, che vedrà a rischio le lezioni in aula da nord a sud del Paese.

A proclamare lo sciopero scolastico sono state le principali sigle sindacali del settore, che vogliono alzare la voce e dire ‘NO’ alla riforma della ‘Buona Scuola’, la quale porta la firma del Governo guidato da Matteo Renzi. Vediamo qualche dettaglio in più sull’agitazione ottobrina.

Sciopero generale a ottobre, si ferma anche la scuola

Ad indire la protesta scolastica in tutte le regioni sono Unicobas, USB (Unione Sindacale di Base) e USI (Unione Sindacale Italiana). Al centro dell’attenzione ci sarà ancora una volta la Legge 107, che ha aperto un conflitto tra lavoratori della scuola e Governo. Le associazioni di categoria sono contrarie al bonus premiale e a quello che ormai è definito ‘spezzatino’ di cattedre, anche se le motivazioni non finiscono qui.

Viene chiesto, a tutti quelli che non approvano la riforma costituzionale, di scendere in piazza a manifestare. USB ritiene che le sigle CGIL, CISL e UIL siano corresponsabili dei guai prodotti in quest’ultimo periodo al settore, perciò invitano insegnanti e personale ATA a lottare insieme contro la pessima ‘Buona Scuola’. Il 22 ottobre, giorno successivo allo Sciopero Generale, ci sarà una mobilitazione a Roma che porterà migliaia di persone fin davanti al Ministero.

Prima di lasciarvi ed invitarvi a seguirci per ricevere aggiornamenti sui prossimi scioperi in calendario, ricordiamo che in Spagna è scattata una battaglia contro i compiti a casa imposti dai docenti. Nel mese di novembre verranno boicottati quelli assegnati per il weekend, perché a detta delle associazioni, tali compiti rovinano la vita delle famiglie. Chissà se anche in Italia si potrà vedere una tale protesta.