Il mondo della Scuola è nel caos per mille problemi, tra cui quello della mobilità scuola. Ma ora giunge un'altra notizia che non potrà che causare rumore. Il tanto richiesto rinnovo contrattuale potrebbe rivelarsi controproducente per circa 200mila ATA e docenti che, con l'aumento stipendi, si troverebbero a perdere il bonus di 80 euro di Renzi. Il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha fatto sapere che gli aumenti riguarderanno proprio le fasce di reddito più deboli, quelle che, al momento, percepiscono appunto il bonus Renzi, il quale è previsto per redditi inferiori ai 26mila euro annui.
Semplificando al massimo, l'aumento dello stipendio riguarderà molti lavoratori della scuola: gli ATA soprattutto ma anche tutti i docenti che, con poco precariato alle spalle e neoassunti, percepiscono circa 1300 euro (o poco più) netti al mese; queste categorie perderanno il bonus Renzi e, di fatto, ammortizzeranno l'aumento dello stipendio, guadagnando più o meno la stessa cifra.
La beffa dell'aumento degli stipendi: i dati e le cifre
A lanciare l'allarme nella giornata di ieri 19 settembre, è stato la Confsal Unsa, uno di quei sindacati che ha ricorso contro il blocco degli stipendi in atto dal 2009. Secondo i dati della Confsal, in tutta la Pubblica Amministrazione sono stati circa 1 milione e 161mila i dipendenti che hanno usufruito del bonus di 80 euro e si tratta di più del 51% degli occupati.
Con l'aumento degli stipendi, che sarebbe del 3,9% come adeguamento all'indice Ipca dei prezzi nel triennio, coloro che beneficiano del bonus passerebbero da circa il 50% a circa il 30%, il che si traduce, per circa mezzo milione di dipendenti pubblici, nella perdita del beneficio. Se si considera che più di 1/3 di questi 500mila lavora nella scuola, si può dedurre che saranno circa 200mila gli ATA e docenti che non vedranno alcun aumento in busta paga.
Da un lato si perderanno gli 80 euro mensili, dall'altro l'aumento porterà grossomodo la medesima cifra allo stipendio: dunque, tutto resterà più o meno uguale. Secondo Massimo Battaglia, segretario Confsal, è necessario che il governo intervenga perché sarebbe assurdo che proprio chi guadagna di meno perda di fatto l'aumento dello stipendio. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.