Fin dall'inizio del loro insediamento, sia il sottosegretario Davide Faraone che il ministro Stefania Giannini, hanno dichiarato cheintendevano azzerare le supplenze. Stando ai dati di oggi, per i docenti che non hanno vinto il concorso, tra immissioni in ruolo spalmate in tre anni dei vincitori del concorso e la nuova procedura concorsuale, si prospettano almeno 6-7 anni di precariato.

I tempi del precariato e del nuovo concorso

Volendo essere ottimisti, nel prossimo triennio saranno assorbiti i vincitori di concorso, di conseguenza bisognerà attendere il 2019/2020 per il nuovo bando del concorso.

Le assunzioni dei vincitori dovranno essere spalmate nei successivi tre anni arrivando così verosimilmente al 2022/2023. Questa tempistica quindi causerà per precari di seconda e terza fascia d'istituto almeno altri 6-7 anni di precariato. Non dimentichiamo ovviamente della norma inserita nella legge 107 ("buona Scuola") che introduce il blocco dei 36 mesi di supplenza su posto vacante e disponibile, che a questo punto rappresenta una vera e propria ghigliottina sulla testa dei precari.

I ricorsi potrebbero ammettere i precari in gae

Tutto questo calcolo può essere stravolto dalle sentenze dei giudici. Infatti molti i ricorsi in essere da parte degli abilitati Pas e Tfa per entrare direttamente nelle graduatorie ad esaurimento (Gae).

Proprio in questi giorni c'è stato un provvedimento del Tar che accoglie il ricorso degli abilitati tfa e pas e li ammette in Gae con la cautelare. A tutto questo, va aggiunto il ricorso presentato per l'inserimento in gae da parte degli Itp (insegnanti tecnico pratici). Questi ricorsi se accolti in via definitiva, potrebbero totalmente stravolgere i piani del ministero dell'istruzione.

Si aspettano le prime notizie per il mese di ottobre 2016.

Mai come in questi due anni, il mondo della scuola e nello specifico i docenti hanno intrapreso vie legali su tutti i fronti, sembra ormai l'unico modo che hanno per difendersi dalle ingiustizie ad opera del ministero dell'istruzione.