Saranno quasi ventimila i lavoratori precoci che potranno andare in pensione nel 2017, mentre saranno quasi trentaquattromila i lavoratori appartenenti a categorie disagiate che potranno accedere alla versione social dell'Anticipo pensionistico: queste alcune delle previsioni relative alla riforma Pensioni approdata in Parlamento dopo la bollinatura da parte del Quirinale. E' questa la stima sull'Ape social e i lavoratori precoci contenuto nella relazione tecnica alla manovra finanziaria dove per i lavoratori precoci sono stati stanziati 360milioni di euro mentre per l'Anticipo pensionistico in versione social, senza costi per chi ne usufruisce, sono 300 i milioni di euro stanziati.
Riforma pensioni in legge di Bilancio, ecco le novità e le stime
Nel frattempo è ancora "giallo" sui dati del contatore di Opzione donna e il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano - oltre a sollecitare la proroga del regime sperimentale che consente alle donne di accedere al prepensionamento - annuncia anche un emendamento affinché la salvaguardia degli esodati sia stavolta quella definitiva. Secondo il parlamentare di Sinistra è cambiamento, una delle aree interne del Pd, occorre "prolungare, con i risparmi - ha spiegato - la sperimentazione di Opzione Donna" di cui non c'è traccia nella legge finanziaria nonostante l'impegno assunto l'anno scorso di accantonare i fondi. Anche su questo proseguirà la battaglia parlamentare.
"Se questa scelta venisse negata - ha detto Damiano - ci troveremmo di fronte a un vero e proprio inganno".
Opzione donna fuori dalla manovra, Damiano chiede chiarezza
Intanto, secondo quanto si apprende dalla relazione tecnica della legge di Bilancio i cui contenuti sono stati diffusi dall'Ansa, uno dei capitoli più costosi del pacchetto di riforma pensioni del Governo Renzi è l'aumento delle quattordicesime sulle pensioni basse, una misura che costerà complessivamente 800milioni di euro.
L'Anticipo pensionistico su base volontaria sarà invece richiesto, secondo la relazione tecnica della legge di Bilancio, da "un quarto dei soggetti eleggibili non disagiati e quattro quinti dei disagiati - viene spiegato - che non hanno contributi sufficienti per chiedere l'Ape social".